martedì 31 luglio 2012

Il racconto del mercoledì



LA CORDA

“Che poi non c’è altra possibilità.”
Camminavano e la gente li seguiva con gli occhi, ammassata sui due lati della via. La folla piangeva, rideva, discuteva o stava in silenzio e pensava.
“La sola scelta sensata è l’ottimismo.”
L’amico, al suo fianco, respirava a fatica, mostrava un viso segnato dalle rughe del terrore.
“Vedi? Sei in affanno. Stai regalando alla sofferenza il tuo corpo, il tuo futuro. Così vince lei.”
L’altro non si voltava nemmeno a guardare chi stava parlando, camminava con andamento lento e pesante. Stava molto male.
“Trovami un solo motivo che ti porti a preferire la tua scelta deprimente. La mia è vincente,  e lo devi riconoscere. Basta guardare la mia faccia…e la tua. Non dico che me la stia godendo, questo no, ma vivo….seguo ciò che la vita mi indica, mi suggerisce per non angosciarmi.”
L’amico si voltò alla sua destra, una mamma teneva in braccio il figlio, si rivide bambino, rallentò il passo, pensò ad una fuga impossibile, il passato gli saltò addosso come una belva feroce.
“Dimmi almeno a che pensi….fai come credi, stai nella tua malinconia cronica, continua a guardare lontano, a inventarti problemi, altro non sono che fantasmi….stai respirando ora? Hai occhi per vedere? Mani per accarezzare?  Hai un Dio da pregare? Hai tutto, amico mio….goditi queste opportunità, lasciati solleticare da questa brezza primaverile, annusa i suoi profumi sino all’ultimo, gusta la passeggiata.”
L’amico si voltò alla sua sinistra, lo guardò con una smorfia, disegnata  a fatica sopra un volto scavato, nero di barba malcurata. Non fossero stati amici da sempre, un passante avrebbe detto: ‘Quello è uno sguardo d’odio.’
“Io cammino da trionfatore, ho controllo sulle emozioni, le conduco dove voglio, non mi lascio dominare dalla paura, vedo il sole là davanti, un passo dice all’altro, ‘vai deciso, non voltarti’….nessuna situazione sa essere così tremenda da smontare la mia costruzione…non dico sia perfetta ma regge, sta in piedi e mi protegge, il tetto mi ripara dalla pioggia….mentre tu piangi…..le lacrime sono il segno umido della nostra sconfitta….non ho il fazzoletto, dovrai asciugarle con il dorso della mano, amico mio….”
“Crepa!” urlò l’amico, singhiozzando. Ma la folla non sentì, il vociare era intenso, e in più applausi, urla, imprecazioni e suppliche.
I due salirono alcuni gradini in legno, raggiunsero la sommità di un palco.
“Ecco, impara da me, ti darò l’ultimo insegnamento. Cosa vedi qui? Della corda? No, è una cravatta nuziale, te la stai mettendo al collo e fra poco bacerai la tua sposa.  L’immaginazione salverà il mondo, caro  compagno..ecco, tu diresti di sventura…io dico d’avventura..una bella cravatta, certo, sul colore si può discutere, l’avrei scelto più vivace, questo è smorto, ma imparare ad accontentarsi  è una legge di natura…addio, amico mio, fai un bel respiro, domina l’irruenza del cuore.”
I due cappi vennero infilati nelle loro teste, il nodo scorsoio fece combaciare la robusta corda ai loro colli. 
Ciò che seguì fu osservato dall’ottimista più o meno così: vide un uomo correre verso di loro, consegnare un foglio a chi dava ordini, notò poi che un addetto al servizio sfilò il cappio dal collo dell’amico e sentì dire: “Sei stato graziato.” L’amico lo guardò ma non sorrise: aveva occhi increduli. Un’invidia potente gli fece dire: “E io?”
Silenzio.
L’angoscia dilagò, divenne liquido giallo oro che scorreva lungo la gamba. Che bruciava.

La tirannia del pensiero


Si pensa che il rischio sia quello di non riflettere abbastanza. Soprattutto sui cosiddetti temi fondamentali. Ricordo da giovane, una frase classica: se uno non pensa alla morte non può vivere. E allora libri e riflessioni e rovelli. Poi più avanti capisci che il problema non è quello di non riflettere, ma di riflettere troppo. Il problema è la tirannia del pensiero, sono i grandi temi che ti azzannano e ti perseguitano. E allora è la distrazione la vera conquista, la fuga dalla mente il vero obiettivo. E' più facile zittire centomila tifosi ammassati in uno stadio che una mente brulicante di pensieri.

Auguri Luisa

Tanti auguri, cara Luisa. Mi lascio contagiare sempre volentieri dal tuo sorriso e dal tuo costante entusiasmo. A Dio piacendo, ci si vede il 22 settembre.

Bravo Filippo

Complimenti al mio amico Filippo Lazzati, che insieme ad altri arditi degli 'Hic sunt leones' (foto) venerdì 27 luglio ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina, circa 4 km con meduse, onde e senza muta. Fra Scilla e Caridi con la sola forza delle braccia e delle gambe, e con il propellente del coraggio. Filippo non poteva festeggiare in modo migliore il suo compleanno. Bravo Filippo, lo squalo di Sant'Ambrogio.