giovedì 12 gennaio 2012

Forse perché....


'Forse perché della fatal quiete tu sei l'immago, a me 'sì cara vieni, o sera' canta il Foscolo. Sarà che a me la fatal quiete (cioè la morte) non mi è affatto cara, allora di conseguenza non mi è molto cara neppure la sera, a parte certe sere estive, quando il sole non tramonta mai e anche la notte arriva con leggerezza. Ma le sere invernali e autunnali no. Con il morire del giorno è meno efficiente la mente; con lo strisciare del buio rotolano dentro tristi pensieri e malinconie, che favoriscono il pessimismo. Meglio a questo punto una bella dormita, meglio l'alba e la luce a schiarire le idee.

Il fiato pesante della curva ultras


Per stare al basket, sempre ieri sera mi chiedevo come mai, da sempre, almeno da quando lo ricordo io, la squadra varesina gioca il primo tempo dalla parte della curva nord, il secondo tempo dalla parte della tribuna stampa-curva degli avversari (vedi foto). Mi sono dato questa spiegazione: per far giocare alla squadra ospite il secondo tempo con addosso il fiato pesante, berciante, fischiante, urlante e quindi assai disturbante della curva ultras. Secondo me è davvero così. E probabilmente si fa così in tutti i campi da basket.

I due supertifosi


Naturalmente ieri sera al PalaWhirlpool non potevano mancate coloro che, secondo una mia ricerca, sono a tutti gli effetti da considerarsi i più longevi tifosi della Pallacanestro Varese. Si tratta di Augusto Ossola (a sinistra) e di Alfredo Prodi. Augusto (che è fra l'altro il papà della mia cara collega Carmela) segue il basket varesino dal 1949, ha pubblicato due bellissimi libri sull'argomento, è espertissimo; Alfredo ha iniziato addirittura, come tifoso, nel 1947, ma va detto che per alcuni anni (8 o 9) si è allontanato, causa cambio di residenza. Augusto Ossola dovrebbe quindi vincere questa speciale classifica del supertifoso varesino.