domenica 14 agosto 2011

Troppo poco

Il solo ricordo di Fabrizio De Andrè in Via del Campo è questa scritta. Troppo poco.

Far passare il tempo

La vita è far passare il tempo, sperando di fare qualcosa di utile. Quando s'invecchia, il qualcosa di utile tende a scomparire, e resta un tempo più o meno breve da far passare. E si sente questo tempo che, goccia a goccia, scorre. E non passa più.

in foto: anziani nella piazzetta di Riomaggiore

Alla caccia del reduce Antonio

Alla caccia del reduce Antonio

Da anni il Campo dei Fiori, a ferragosto, è degli alpini, che piazzano il loro ‘battaglione’ con cucina da campo e vanno a polenta, salamelle e barbera corretto a grappa, per la gioia dei varesini. Ci salgono anche i giovani, perché la settimana alpina all’Hotel con le molte antenne è di moda, come la Festa del Rubgy di inizio giugno e altri eventi simili. Io sono un vecjo alpino, non ho fatto la guerra ma il militare sì, mortaista a Malles Venosta al tempo dei muli e dei gavettoni. Per la verità non sono un assiduo frequentatore dell’adunata estiva dei miei amici col cappello e la penna, ma un appuntamento non lo perdo mai: la Messa alle Tre Croci il giorno di ferragosto. Lì non manco, e ci devo arrivare in bici, se no non vale. Questa la cronaca: al mattino, verso le 9, apro l’armadio e prendo il mio cappello d’alpino (operazione che compio una sola volta all’anno), infilo la penna con nappina rossa (battaglione Tirano) nell’apposita sede, salgo in bici e via, sino al piazzale del cannoncino. Lì cambio la maglietta sudata, infilo il cappello d’alpino in testa e scendo all’Hotel, salendo poi alle Tre Croci. Quella Messa ad alta quota mi fa bene, è momento di ricordo del mio tempo di naja ma soprattutto è la doverosa testimonianza di amicizia verso chi ha fatto la guerra, ha sofferto ed è morto per questa nostra patria, che oggi ci sembra superflua, intercambiabile con altre terre, un indistinto spazio con un confine che non ha valore. Mi auguro ci sia il sole, così da poter veder brillare gli occhi di Antonio Porrini, classe 1912, reduce della Seconda Guerra Mondiale, 99 anni. Il 15 agosto 2010 c’era, bandiera in mano. E’ morto nel frattempo? Mi auguro di no. Ho bisogno della sua speranza, scritta come uno slogan in tutta la sua persona, dalla punta della penna nera alla punta dei suoi vecchi scarponi.

in foto: Antonio Porrini, ritratto dal fotografo Guido Nicora

La Provincia di Varese domenica 14 agosto 2011

Verso Madrid

E' iniziata anche per mia figlia Caterina, come per migliaia di giovani di tutto il mondo, l'avventura della Giornata Mondiale della Gioventù 2011, che radunerà a Madrid (per l'incontro con Benedetto XVI) giovani in cerca di esperienze significative per la loro vita. Auguro a Caterina e a tutti i suoi amici in viaggio verso Madrid giorni che possano dire qualcosa al loro futuro. Per parte mia, non posso non ricordare quando (non so se era la primavera del 1975 o '76) andai a Roma per la Giornata dei giovani, in occasione della Domenica delle Palme. Avevo l'età di mia figlia. Oggi ricordo soprattutto la fatica: due notti in treno, ore e ore di preghiera in piedi in piazza San Pietro, poi l'entrata in Aula Nervi, finalmente mi mettevo seduto, ero cotto, ciò che ha detto Paolo VI nel suo lungo discorso non lo ricordo, ho anche dormito. Eppure sono certo che quei giorni non sono stati inutili. Probabilmente non sarei ancora qui a cercare questo Dio nascosto ma essenziale, se non fossi sceso a Roma quella lontana primavera.