giovedì 1 aprile 2010

La banda di Velate

E siamo al mio nono libro pubblicato, anno 1995. Si tratta della storia della banda di Velate (Macchione Editore), anche questo commissionato da don Adriano Sandri, parroco in Velate. E anche qui: lettura delle Cronache parrocchiali e interviste agli anziani e ai componenti della filarmonica velatese, anche perché la banda aveva ben pochi documenti ufficiali. Il libretto, voluto per festeggiare i novant'anni del sodalizio, contiene proprio in copertina (che potete vedere) un errore clamoroso, del quale non posso che assumermi ogni responsabilità. E' da quel giorno che ho imparato (e mai più sbagliato) che quando si scrivono i numeri in lettere e ci sono gli anni alla fine, si mette l'apostrofo. Scrissi invece lì (e lo scritto rimane, purtroppo) novantanni tutto attaccato. Immagino il rimprovero (con benevola bacchettata in testa e voce possente) del mio caro maestro Visconti: "Zanzi, Zanzi, da te non me l'aspettavo!"

Giovedì Santo

Giovedì Santo: fra qualche ora potrò vivere con gioia il momento di preghiera della Messa nella Cena del Signore. Ho sempre vissuto questa celebrazione eucaristica, anche nel 1979, l'anno del mio militare. Costretto a rimanere in caserma a Natale, pretesi di poter tornare a Varese per Pasqua. Grazie alle mie preziose agende (la prima è proprio del 1979), posso ricostruire quel giovedì santo, che ricordo perfettamente. Era il 12 aprile 1979, avevo 23 anni. Sono partito da Malles Venosta, in treno, alle 5.42, e arrivato a Varese alle 15.30. Pioveva, una giornata infelice come oggi. Alle 18 ero già nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, a Biumo Inferiore. Venivo dall'esercitazione sul Monte Watles, qualche giorno all'aperto, tempo splendido, neve e sci. Avevo i capelli corti ed ero molto abbronzato. E di questo andavo fiero, osservando il volto un po' smunto dei miei amici. Ero molto vanitoso, non c'è che dire. E oggi? E' meglio che non mi pronunci.

Attenti

Attenti ai pesci d'aprile, cari amici. E fate attenzione anche a me. Io vi ho avvisato.

Il mio voto

Bisogna che dica qualcosa anch'io sulle recenti votazioni. E allora dirò che ho votato, che non faccio parte del grande partito del non voto. Gli esempi di molti politici non mi hanno certo invogliato ad avvicinarmi alle urne, ma mi ritrovo in due vissuti: non resto affatto scandalizzato della debolezza degli uomini, e insieme sono speranzoso che si possa far meglio. Per questo ho votato.

Camelie


Le camelie non profumano. Ma le camelie nell'azzurro sono comunque un toccasana. Non so come mai, dopo i vent'anni, ho scoperto i fiori e ho cominciato a nominarli. Diciamo che a quell'età sono fiorito anch'io.
in foto: camelie in via Vico