venerdì 6 luglio 2012

Quell'atmosfera

Ieri ho visto su RaiUno la cerimonia finale del Premio Strega 2012, la 66^ edizione di uno dei premi letterari più importanti d'Italia. Ha vinto Alessandro Piperno (foto) con 'Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi' (Mondadori), 126 voti, solo due in più dell'outsider Emanuele Trevi. Terzo Gianrico Carofiglio, il solo che conosco, avendo vinto il Premio Chiara. Devo riconoscere che l'atmosfera dei Premi Letterari mi piace. Lo Strega, poi, al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, è speciale. E' vero, riconosco anche i limiti dei premi, delle lettere, del mondo che ruota intorno a questo mondo di intellettuali, un universo di carta e di pensieri, di intelligenze e di falsità, di moda e di modi artefatti, di cultura buona e meno buona. Un mondo a parte, che frequento e che mi attira. E non nego che vorrei essere anch'io in qualche cinquina, sperando di fare tombola non solo durante le feste natalizie, fra amici e parenti. Dove il premio è solo un po' di divertimento. E di noia.

Speriamo nel meteo

Stasera, conferenza stampa del Premio Chiara, nella stupenda location di Santa Caterina del Sasso Bàllaro (foto). Speriamo nel meteo, perché danno instabilità nell'aria. Purtroppo non potrò esserci, causa impegni familiari, o forse arriverò sul tardi, vorrei farcela, per godermi il tramonto sul lago, sperando che mi ispiri. Auguro ai miei amici Bambi e Romano una serata super. Quell'eremo mi ricorda parecchi eventi, ho anche ambientato un passaggio de 'L'ultimo nemico' e di 'Cicale al  carbonio'. Ma qui vorrei ricordare due eventi natatori, uno positivo e uno negativo. Quello positivo fa riferimento alla nuotata che ho fatto anni fa con l'amico Giovanni Montini, l'ironman di Barasso, costeggiando da Reno all'eremo: stupendo. Quello negativo è la traversata Stresa-Reno, estate 2005, quando quell'eremo non s'ingrandiva mai, lo vedevo all'orizzonte, sempre lontano, inarrivabile. Infatti mi sono ritirato a metà lago, colto da una crisi di panico.

Ma non è ancora finita


Pensavo agli anni delle scuole medie, che ho frequentato alla 'Righi' (foto). I professori spesso di me dicevano (soprattutto la professoressa di italiano, Pedoja): "Sì, va bene, ma potrebbe fare di più!" Frase classica. E mia madre: "Però ha voti alti..." Come dire; che pretendete? Se va male abbassate i voti. A tanti anni di distanza torna quella frase. Alla mia età, un tempo attivo ma anche riassuntivo, età del fare e del ripensare, devo riconoscere che avevano ragione i prof. Mi sono sempre fermato un passetto prima. Ho detto: "Basta così!" ma avrei potuto continuare. C'è una parte di talento, di dono innato e lì si può far poco, ma c'è una parte di volontà, fiducia, coraggio, e lì si fa la differenza. Poi ci vuole anche fortuna. Il mio talento (dico in generale) è quello che è, non sono certo un genio, ma sulla componente volitiva avrei potuto lavorare meglio. Per questo dico ai giovani: spremetevi, tirate fuori tutto il succo. E dico a me: 'Non è ancora finita!'