venerdì 30 settembre 2011

Enrico il camminatore

Interessante incontro ieri sera, nell'ambito del Premio Chiara 2011: lo scrittore Enrico Brizzi (al centro, fra Bambi Lazzati e Lorenzo Scandroglio) ha parlato del piacere del cammino, che ha scoperto da alcuni anni e che lo porta a lunghe trasferte pedibus calcantibus in giro per l'Italia.
Il gusto del camminare: io l'ho scoperto molto prima di Enrico, perché sono più vecchio di lui. Più volte qui ho scritto che devo camminare per necessità del fisico e dell'anima, che le idee migliori mi vengono nel cammino, che riesco a rilassare la mente molto meglio se muovo i piedi che se sto seduto. Però non ho mai fatto un cammino lungo come quello che Enrico ha compiuto lo scorso anno, per celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia. A piedi dalla Vetta d'Italia a Capo Passero, oltre 2000 km in 90 giorni, una media di oltre 20 km al giorno dall'Alto Adige alla Sicilia. I miei complimenti!

Il tempo di abituarsi

Per me, attento osservatore dei cigli della strada, è il tempo delle prime castagne e dei ricci che si aprono. Ma non è del dolce frutto autunnale che voglio parlare. Piuttosto di quei dolorini che a tutti vengono qua e là, che arrivano e poi se ne vanno, che pungono ma non più di tanto, che fanno male soprattutto perché non si sa da dove arrivano e uno, naturalmente, teme il peggio. Dolorini che non mi risparmiano, anzi, oggi mi pungono un po'. Hanno una funzione fondamentale: ci allenano poco alla volta al grande dolore. Non potremo dire che non eravamo stati avvisati.

Saluto (al) Romano

Tanti auguri, caro Romano (eccolo, a destra, insieme allo scrittore Stefano Domenichini), medico-letterato, poeta un po' in letargo (ma rinascerai), amico.