sabato 10 novembre 2007

Perdersi per trovarsi, dimenticarsi per star bene


Cominciamo col dire che la foto non c'entra con ciò che andrò a scrivere. La foto fa riferimento sempre alla serata toppata di Carta straccia? Fra i presenti, mia figlia Caterina che studiava nella sala (sempre a Villa Recalcati) dedicata alla Pallacanestro Varese. Il concetto invece è questo: meno si pensa a sé, più si sta bene. Più si è presi da qualcosa fuori di noi, più ci si sente felici. Quindi il problema è farsi prendere da qualcosa che sia così coinvolgente, da mettere in secondo piano noi stessi: impresa non facile, dato che noi -ovviamente- siamo abbastanza interessati alla nostra persona e a ciò che ci riguarda. Ma noi, se stiamo troppo su di noi, diventiamo nemici a noi stessi. E stiamo male. E ci inventiamo il male. Quindi bisogna uscire. Gli altri possono essere la realtà che ci coinvolge, tanto da farci uscire dai nostri panni. Mettersi nei panni degli altri. Per questo la proposta evangelica, l'amore evangelico rende felici, quindi è una buona proposta, un buon annuncio. Un Vangelo, appunto.

Carta straccia? No, buco clamoroso


Ho toccato il fondo. Ora non posso che risalire. Al dibattito Carta straccia? di stasera, a Villa Recalcati, c'erano due persone, quindi l'incontro è saltato. Nessun relatore (vedi foto) ha animato una serata che è stata, poer me organizzatore, certo piuttosto deludente. Eppure sono felice lo stesso. Una volta ci sarei rimasto molto male. Credo che stanotte, invece, dormirò tranquillo. Sono altri i problemi che tolgono il sonno. Altre le priorità. Certo, come inizio dei festeggiamenti per i 25 anni del settimanale L'Occasione non è un granché, ma anche l'editore Cavenaghi non se l'è presa. Chi bene inizia è a metà dell'opera, si usa dire. Vorrà dire che noi, dell'opera, siamo ancora all'inizio.