domenica 28 febbraio 2010

Stato di quiete

Vediamo se questo è un pensiero condiviso. Quando abbiamo qualche acciacco, ci lamentiamo per l'acciacco e insieme recriminiamo per non aver saputo gioire a sufficienza, quando quell'acciacco non c'era; quindi ci ripromettiamo che, quando staremo bene, non commetteremo più l'errore di smarrire la felicità, inquinandola dentro le nostre paranoie. Ebbene, siccome in questo momento non ho dolori, mi godo a pieno questo stato di quiete, per non dover dire domani: "Non sei stato saggio."

sabato 27 febbraio 2010

Le Esse di Hesse

Grazie all'amica Carla, ho questa citazione da Hermann Hesse, uno fra gli scrittori che amo di più. Le chiamerei le quattro Esse di Hesse: "Nella vita bisogna saper soffrire e saper sorridere." Concordo pienamente.

in foto: il sorriso di Exer, mio piccolo amico di Haiti

venerdì 26 febbraio 2010

Al bando Via Mulini Grassi

Vi dò un consiglio da amico: non percorrete mai e poi mai in auto via Mulini Grassi. Ho subìto due incidenti in 18 anni, a pochi metri di distanza l'uno dall'altro. Mi pare che il quoziente di rischio sia davvero eccessivo!

L'occhio nero

Tre giorni di vita, una trentina di Km e le hanno fatto subito un occhio nero. Credo di aver stabilito un mai auspicabile record. Se non avessi i capelli grigi, probabilmente me la sarei presa molto di più con la vita. Anche perché non è colpa mia, un camion mi è venuto addosso non rispettando la precedenza. Ma ho i capelli grigi, e allora dico che poteva andare peggio. E aggiungo che le auto nuove sono un inganno, perché ti regalano più o meno brevi (nel mio caso, brevissime) illusioni di perfezione, calate in un mondo che è l'imperfezione vivente. Un botto non da poco, ma il motore è salvo. Certo, ci sono rimasto male ma poi è passata, e ora è uscito anche il sole.

Magro e digiuno

Primo venerdì di Quaresima: magro e digiuno. Io sono per la moderazione sempre, non per la rinuncia occasionale. Sono per la frase: "Ama, e fai ciò che vuoi." Sto con il profeta Isaia, che parla di un digiuno fatto di gesti d'amore e di accoglienza, non quello di cenere in testa e di cilicio ai fianchi. Preghiamo pure con abbondanza, ma a stomaco pieno. Ricordo i radicali digiuni giovanili: si saltavano le cene, si andava ad incontri comunitari e si devolveva il corrispettivo della cena non consumata. Ed io a chiedermi: "Ma i soldi li dò lo stesso, perché star qui con i crampi allo stomaco, pensando solo a quando si tornerà a casa e, passata la mezzanotte, si potrà mangiare qualcosa?" Non sono fatto per i digiuni, ma attendo chi mi sa portare motivazioni per me plausibili.

giovedì 25 febbraio 2010

Dolore silenzioso


Parlo spesso di sofferenza e morte, ma chi mi conosce sa che non sono un tipo pessimista, malinconico o depresso. Pensavo a come le persone si dividano in due gruppi: chi si lamenta con una certa insistenza dei propri mali, e chi li sopporta nel silenzio, consapevole che ci toccano (purtroppo) e che gli altri (a meno che non siano medici) possono fare ben poco per noi. A volte chi tace lo fa per 'delirio di onnipotenza', per non far sapere che è un poveretto come tutti. Ma più spesso chi sceglie il dolore silenzioso lo fa per non far pesare sugli altri la propria piccola o grande croce. Credo sia una fortuna saper sopportare con pazienza, senza illudersi di poter passare ad altri ciò che ci spetta. Se tutti esternassero con lamenti i propri guai, davvero (come si ricorda nella Salve Regina) questo nostro mondo sarebbe una 'valle di lacrime'.

mercoledì 24 febbraio 2010

Rosso Ferrari

Per la prima volta abbiamo acquistato un'auto rossa, dopo tutte auto bianche (più una giallina, una marroncina e una grigia). Un bel rosso Ferrari per la nostra Hyundai I10 bifuel (benzina + gpl). E' sempre emozionante percorrere i primi chilometri con un'auto nuova di zecca, che luccica al sole e sa di quello che sanno le auto nuove. Poi tocca sempre a me un'operazione tradizionale: attaccare l'adesivo, ove riporre il tagliando dell'assicurazione e il disco orario. Un po' non si vorrebbe rovinare il cristallo nuovo nuovo, e poi c'è sempre la paura di attaccarlo storto. Diciamo che l'operazione è andata abbastanza bene. Si dice: auto nuova, paghi da bere. Non potendo farlo, prometto che a chi verrà a trovarmi farò fare un giretto.

martedì 23 febbraio 2010

lunedì 22 febbraio 2010

Fuggi le passioni giovanili

"Fuggi le passioni giovanili" dice la Sacra Scrittura. Non so cosa intenda dire con precisione l'autore sacro, ma se per passione giovanile si intende il gioco del calcio, non l'ho fuggita affatto, soprattutto quando ero un ragazzino e usavo scarpe e calciavo palloni come quelli in vetrina, alla mostra di Villa Baragiola. E non fuggo tale passione nemmeno ora, quando torna come gradito ricordo, vedendo quegli attezzi del mestiere. Avrò avuto una decina d'anni, anche meno. I miei mi regalarono una maglia dell'Inter e un paio di calzettoni del Varese. Amavo entrambe le squadre. Quell'emozione soffia ancora dentro, dopo più di quarant'anni.

Varese calcio centenario

Interessante mostra a Villa Baragiola, sui 100 anni del Varese calcio. Questa è la maglia utilizzata nel campionato 1964-65, quando ho cominciato a seguire il calcio cittadino. Mio padre ci portava al 'Franco Ossola', i ragazzini entravano gratis, ci affidava a qualcuno con il biglietto e noi entravamo. Le tribune erano assi di legno, c'era da aver paura a star sopra lì. Ma la passione per il calcio superava ogni timore di caduta.

domenica 21 febbraio 2010

La fatica

Da qualche tempo la mia 'ambizione' è di riuscire a vivere con la minor fatica possibile. Riuscire a compiere il mio dovere e (qui è più facile) il mio piacere senza eccessivo sforzo, o sensa sforzo affatto, con gusto. La mia idea è che ciò che si ottiene con fatica è meno spontaneo, di una qualità inferiore. So che questa è utopia, il nostro limite-peccato rende indispensabile la fatica del vivere, e in questa mia filosofia c'è forse il desiderio di dare una giustificazione a ciò che non faccio e che, probabilmente, dovrei fare. Fra le attività che più stanno risentendo di questa mia 'evoluzione-involuzione' c'è la scrittura. Non si dice forse: "Ha concluso la sua ultima fatica" alludendo al libro? Ho l'impressione che debba tornare a dare valore a questa faccia poco gratificante della medaglia della vita.
in foto: i primi fiori del praticello sotto il mio balcone

sabato 20 febbraio 2010

Riflessi


"Le creature sono dei riflessi. Amiamo i riflessi, pensando alla Luce." Tutti noi, giovani della comunità Shalom, tenevamo (anni Settanta) nel libretto delle Ore un'immaginetta con questa frase. Data l'età, le creature erano soprattutto una creatura, che in modo del tutto speciale era riflesso di Dio, da amare. E oggi, trent'anni dopo? Se dicessi che, per me, oggi è come allora, sarei tacciato di falsità. Se scrivessi che è ancor meglio, bé...diciamo allora che oggi è più o meno come negli anni dell'immaginetta, più o meno...e credo sia già un buon risultato.
in foto: riflessi sul laghetto di Brinzio

venerdì 19 febbraio 2010

Le ultime carte

Età strana questi cinquant'anni...si buttano sul banco le ultime carte. C'è chi si rifà una famiglia, chi la fa traballare scappando verso la giovinezza di un'amante (o di un amante), chi si butta sull'idealità e parte per l'Africa, chi si intristisce e si deprime, chi aspetta la pensione presagendo che sarà peggio e non meglio.....ma guardiamo i nostri politici, per piacere! A cinquant'anni la vita comincia, tengono tutte le carte in mano, sono all'inizio della partita!
foto: tramonto sulla Martica. Si noti la croce del Monte Chiusarella

giovedì 18 febbraio 2010

Temerario


Non sono certo un tipo coraggioso. Credo che le scelte di maggior temerarietà siano state, sino ad ora, alcune 'imprese' sportive, il matrimonio e la scelta di diventare genitore. Mi sto però rendendo conto che, attualmente, compio quotidianamente una scelta e rinnovo una fedeltà temeraria, un po' folle, che va contro il mio carattere che vuole certezze: credere in Dio.
in foto: gocce cristallizzate sui rami

mercoledì 17 febbraio 2010

Sul divano

Sì, lo ammetto, sono fra coloro (credo molti) che intorno alle 21.30-22, dopo aver finalmente sistemato la cucina, si lasciano cadere anche pesantemente sul divano e accendono la televisione, non desiderando fare altro, soprattutto in inverno. Svogliatamente cerco qualcosa di interessante e, spesso deluso, ciclicamente mi addormento e mi risveglio, sin verso la mezzanotte, quando è ora di dormire sul serio. Un'immagine di me, diciamo, poco edificante. E so già che rimpiangerò di non aver usato con più profitto il mio tempo serale. Ma la cronaca è questa.


lunedì 15 febbraio 2010

Tre anni, 1031 post

Iniziavo così, il 16 febbraio 2007, 1031 post fa, l'avventura di questo semplice blog. Con questa foto, un titolo (MI PRESENTO) e la scritta: In mountain-bike a Cortina, maggio 2006.
Inutile scrivere che a questo blog mi sono affezionato, e mi piace pensare che si sia affezionato anche qualcun altro. Non molti, lo so, ma poco importa. Sono un tipo fedele e lo sto dimostrando anche qui, goccia dopo goccia, un po' di me a chi ha voglia di leggere.
Rispetto alla foto, aggiungo che stavo partendo per l'ascesa al Passo Giau, una salita stupenda, con neve fresca caduta nella notte, fatica e gioia.
Rispetto al blog (che ora si riversa anche su facebook), lo ringrazio: è una bella idea.

Il modo migliore

Stasera, mentre affettavo peperoni e zucchine (la cena la preparo quasi sempre io, al pomeriggio lavoro ben poco) pensavo a quale fosse il modo migliore per credere con maggior convinzione in Dio. Come già scritto più volte, sono certissimo che, soprattutto da qui in avanti, avrò sempre più bisogno di Lui. So che mi servirà il Suo abbraccio. (foto)

sabato 13 febbraio 2010

Se le cose vanno bene

O Signore, quanto è bello (e anche facile) confidare in Te quando le cose vanno bene. Vieni a dar manforte alla nostra gioia, e le disgrazie altrui non Ti cancellano dal nostro orizzonte. Riusciamo a tenerTi a portata di mano, nonostante il pianto del mondo. O Signore, nel tempo della prova so che Tu, almeno al principio, scomparirai. Mi sto preparando ma non basterà, come non è bastato a Tuo Figlio, sulla croce.

Soddisfazione

Alberto Ponzi, presidente del Centro Fondo di Brinzio, si gode l'ultimo sole di sabato 13 febbraio 2010. E' soddisfatto. La stagione, iniziata un po' in ritardo, sta andando alla grande. Se il freddo tiene, alla pista 'Campo dei Fiori' di Brinzio si scierà ancora tutto febbraio e anche un po' di marzo. E per chi lavora, ricordo che il mercoledì sera si accendono le luci. Approfittatene.

Caffè Veniani e non Viviani

Nel testo ho scritto giusto (vedi sotto) ma nel titolo ho sbagliato: il Caffè di Gavirate caro a Guido Morselli è il Caffè Veniani e non Viviani. Chiedo venia per l'errore.

Bandiera a mezz'asta

Cominciano nel peggiore dei modi le Olimpiadi invernali a Vancouver, con una bandiera a mezz'asta, quella della Georgia, per la morte in prova di un atleta dello slittino. Prego per lui, sono addolorato ma non certo sorpreso. E' il prezzo che si paga allo spettacolo, che fa del rischio un elemento essenziale. Lo sport professionistico è spettacolo, corre il rischio di rischiare anche una vita e a volte succede. Purtroppo.

Al caffè Viviani

Lo scrittore Guido Morselli, negli anni Sessanta e inizi Settanta (morì suicida nel 1973) scendeva col suo cavallo Zefirino dalla 'casina rosa' sino al caffè Veniani di Gavirate. Posteggiava l'animale nei pressi e si sedeva sempre sul tavolino, che vedete in foto. Ad accoglierlo la signora Augusta (a sinistra, oggi ottantasettenne). Ordinava caffè lungo e zalette, dolci di pastafrolla. E scriveva scriveva scriveva. Pensava, leggeva e scriveva: questo ha fatto Morselli, per tutta la vita, lunga 61 anni, da lui recisa perché non foriera della felicità che lui, come ogni uomo, inseguiva. Ieri, commovente serata allo storico caffè, che ha visto clienti anche Verdi, Carducci, Mura e Liala. E' stato presentato il libro 'Lettere ritrovate', lettere inedite dello scrittore, curate da Linda Terziroli (seconda da destra), edite dalla NEM di Dino Azzalin (primo a destra). E naturalmente non poteva mancare Romano Oldrini (secondo da sinistra), grande esperto di Morselli, gaviratese pure lui.

venerdì 12 febbraio 2010

Tracce

Stamani alle 8.30 ero già sulla pista del Brinzio. Sono stato il primo a lasciare le tracce dei miei sci, incidendo i pochi centimetri di neve fresca. Il fondo di neve ghiacciata permetteva di sciare egregiamente, pur con fatica. Lo spettacolo era molto suggestivo. Silenzio e bianco su ogni cosa, appiccicato anche sopra i rami più sottili. Ogni tanto incrociavo tracce di animali, probabilmente cani e gatti, o forse anche volpi e lepri: chissà. Pensare in grande non fa male a nessuno. Seguendo le tracce mi sono chiesto: ma io chi seguo? Ho qualche modello o vado per la mia strada? Forse, più che seguire modelli, mi piacerebbe essere modello a mia volta. Ma credo sia un'ipotesi molto velleitaria.

Italia, forza!

Iniziano le Olimpiadi invernali a Vancouver. W l'Italia!

giovedì 11 febbraio 2010

Pippo e Vancouver

Domani avranno inizio le Olimpiadi invernali a Vancouver. Bianche Olimpiadi che vedono l'assenza, per pochi punti, del mio ex alunno Vidoletti Giorgio Ciancaleoni, mago dello snowboard. Mancherà per la prima volta, dopo tanti anni, anche il mio amico Pippo Gazzotti, che ha vissuto il clima delle Olimpiadi non da atleta ma da allenatore Fisi, Pippo, che ha avuto l'onore di allenare tutti gli attuali qualificati dello sci nordico, allenatore compreso. Il prof. Gazzotti, certo preso da nostalgia alla vigilia di questa bianca festa, mi fa arrivare ora questo sms: "Domani inizia un'avventura storica e grande. Dove gli uomini di sport si guardano negli occhi e sorridono. Lottano e giocano. Ma tutti...tutti pensano alla bellezza dello stare insieme."
in foto: Brinzio, la nostra piccola Vancouver

Discrepanza

Se penso ai miei anni, e poi se mi guardo allo specchio e metto in relazione ciò che vedo con taluni vissuti che provo, noto una stonatura, una discrepanza, un'avvilente distanza fra le due 'immagini'. In sintesi: se a 18 anni mi avessero detto che a 53 avrei avuto 'dentro' voglie e vitalità adolescenziali, avrei detto: "Impossibile." Ancor più sinteticamente: a 53 anni mi sarei visto serio, saggio, ponderato, sicuro, dimentico ormai del ragazzo che fui. Ma non è così. Qualcosa non quadra.

Imperscrutabili vie

Leggo un bell'articolo di Josè Saramago sul Corriere di oggi, 11 febbraio. Lo scrittore mette in relazione il terremoto di Haiti con quello di Lisbona, nel giorno di Ognissanti del 1755. Migliaia e migliaia di morti anche lì, molti erano in chiesa a pregare. Quindi Saramago afferma, giustamente, che i disegni di Dio sono davvero imperscrutabili. E io aggiungo: tanto vale scrutare. E' come (vedi foto) cercare di veder bene, durante una fitta nevicata. E poi si parla di un fatto che, se vero (ma perché dubitarne?) sarebbe assai triste: i ricchi di Haiti, per lo più risparmiati dal rutto devastante del terremoto, non stanno per nulla aiutando i loro più disgraziati conterranei. E allora davvero passeranno facilmente cammelli in crune d'ago, mentre i ricchi dovranno attendere a lungo, prima di sperare nel Regno dei Cieli.

martedì 9 febbraio 2010

Nonno

Non ho difficoltà ad ammettere che, in certi momenti, vorrei essere già nonno, con nipotini da accompagnare nei rudimenti di qualche disciplina sportiva, magari proprio lo sci da fondo. Domenica a Brinzio ho notato un bimbo che diceva: "Passava davanti tu, nonno!" e mi sono immedesimato.

Non so

Essere ottimisti in eccesso non va bene: si negano i problemi. Essere troppo pessimisti è sbagliato: si vive nella disperazione. E i realisti convinti? Non sognano, non sperano, si illudono di essere nella giusta zona mediana, dove dovrebbe albergare la virtù. Francamente non so come si debba essere. E ho molto apprezzato la fiction su Franco Basaglia, un grande personaggio, proprio perché il neurologo che ha fatto chiudere i manicomi spesso diceva: "Non so." Risposta che ha dato anche a quel suo paziente, che chiedeva: "Ma è il dolore che ci fa diventare matti, o siamo matti e allora sentiamo dolore?"

domenica 7 febbraio 2010

Largo ai giovani

Largo ai giovani...pista!!!!!

Il Dom


E questa proprio non la sapevo, ma ci ha pensato il mio amico Enrico Piazza, grande esperto di cime, a sopperire alla mia ignoranza. Ecco, visto sempre dalla pista del Brinzio, al centro nella foto, il Monte Dom, che con i suoi 4545 metri sopra il livello del mare è la terza cima delle Alpi (dopo il Bianco e il Rosa), nonché la prima cime della Svizzera, nel Vallese, tutta in territorio elvetico. A sinistra il gemello Tashhorn (4491 m slm), a destra (ma non si vede) ci sarebbe il Lenzspitze (4294 m slm): insieme i tre fanno il gruppo del Mischabel. E tutto questo granitico ben di Dio si può ammirare da Brinzio, intanto che si scia.

Brinzio record

Uno non lo direbbe, ma la piccola Brinzio, oltre al record di una pista da fondo invidiabile, a un passo da Varese (ma di questo già ho detto fin che mai) ha un altro record. Dal paesello sono visibili due delle tre cime più alte delle Alpi. Anzitutto il Monte Rosa (foto) seconda cima dopo il Monte Bianco, 'gigante buono' che stamani aveva indossato davvero l'abito nuziale.

sabato 6 febbraio 2010

Exer

Grazie al mio 'grande' amico Giori, che sta lavorando ad Haiti affinché i nostri fratelli haitiani possano tornare ad una vita sopportabile, ho un nuovo, piccolo amico: si chiama Exer e ve lo presento.

Soli e dubbiosi

Mi sento di condividere il vissuto di molti giovani, vissuto che è stato anche il mio: soli e dubbiosi. Con l'assillante domanda: "Ce la farò? A farmi una famiglia, a trovare lavoro, a raccogliere la speranza necessaria per affrontare questo misterioso viaggio?" Ebbene, mi sento di incoraggiare i giovani. Piuttosto che continuare a pensare a come fare, fate e vi toglierete il pensiero. Inoltre aggiungo: ce la sto facendo io, quindi.....

venerdì 5 febbraio 2010

Sorpresa

Inattesa e benefica neve di febbraio. Mangi le polveri sottili mantenendo il tuo candore, purifichi l'aria e ammanti nuovamente la pista del Brinzio, prolungando la stagione dello sci. E se -come si presagisce- stanotte farà sereno, ghiaccerai fissandoti sopra i prati, rimandando il tuo morire in rigagnoli più in là, quando sarà davvero il tempo della primavera.
in foto: neve generosa in Villa Toeplitz

Misterioso

Devo dire che mi è piaciuta la trasmissione 'Porta a Porta' di ieri sera, sul caso Morgan. Uno degli intervenuti ha riferito di aver detto a Vittorio Sgarbi: "Oltre a dire quello che pensi, dovresti anche pensare a quello che dici." Niente male. E io ho pensato a me. Sono un tipo che ha sempre pensato a quello da dire, più che dire quello che pensava. Mi sono sempre posto a riparo della 'nebbia' del mistero, di un silenzio che poteva nascondere ricchezza ma anche povertà. Ora, soprattutto in forma scritta, dico anche quello che penso in modo più esplicito, senza calcolare tutte le implicazioni di un mio pensiero. Col rischio, ovviamente, di dire stupidaggini. Delle quali, in anticipo, mi scuso.

giovedì 4 febbraio 2010

Lo so, Signore

Lo so, Signore, che molti, forse i più, non hanno bisogno di Te né per tirar sera, né per tirare in là, dopo la morte. E li capisco. Del resto per me è quotidiana la 'lotta' fra l'assurdità della Tua presenza e l'assurdità della Tua assenza. Eppure io non ce la faccio a dire che questo è solo un tramonto.

mercoledì 3 febbraio 2010

Pazienza


Al tramonto della vita, ciò che conta è aver amato...Era una delle frasi più citate sulle immaginette, che noi giovani della Shalom ci scambiavamo negli anni Settanta e Ottanta. Io, che statisticamente non sono ancora al tramonto, ammetto che l'amore verso il prossimo è arte da imparare. Ma ravviso altre due urgenze, da qui a quel rosso là in fondo. La prima: fare il possibile, con ogni mezzo e strategia, per convincersi che Dio esiste per davvero. La seconda: crescere sulla via della pazienza. Anche quando siamo fuori dagli ospedali, siamo pazienti in un mondo che, di pazienza, ne richiede davvero tanta.

Enrico e Berny

E chiudo con la Brinziobianca2010, citando i restanti due miei amici, dei quali non ho ancora parlato. Enrico Piazza era il più accreditato è lo ha confermato, 25° con un ottimo 46'39"...ma la grande prestazione gli è costata una grave distorsione al pollice sinistro, causa rovinosa caduta al secondo giro. Il coriaceo Enrico non ha mollato di un centimetro, pur non potendo spingere adeguatamente è giunto al traguardo prima di tutti noi. Infine Berny (nella foto di Marco Riganti), che correva in casa, essendo direttore del Parco Campo dei Fiori, ed essendo dedicata al Campo dei Fiori la stupenda pista di Brinzio. Berny è stato grande, ha migliorato di ben 8 minuti la sua prestazione del 2009, è giunto 52°, un salto di qualità che ha premiato il suo allenamento e i nuovi materiali. Si chiude il sipario sulla Brinziobianca, e qualcuno dirà: era ora!

Il momento del tè

Scusate se insisto con la Brinziobianca2010, ma mi è giunta questa foto di Marco Riganti, che mi pare significativa, perché illustra la gioia di una fatica portata a compimento, e insieme la gioia del momento del tè, nettare graditissimo dopo 15 km sulla neve. Da sinistra vediamo Carletto Maroni, Riccardo Prando, Umberto Palmiero e Carlo Zanzi, che tiene in mano il bicchiere, sognato durante lo sforzo.
ps Si noti il professionista Riccardo, che indossa la giacca per evitare raffreddamenti, indumento che gli è stato consegnato dalla premurosa moglie Luisa.

martedì 2 febbraio 2010

Sempre davanti


Nella foto Marco Riganti, vediamo con il n° 80 Riccardo Prando. Nonostante io abbia iniziato ad allenarmi da settembre con gli skiroll, nonostante il nuovo materiale, l'amico Ric, docente di lettere alla Anna Frank, uno dei massimi esperti italiani di Giovannino Guareschi, albatros dello sci nordico, è riuscito ad infliggermi oltre un minuto di distacco. Tanto di cappello (anzi, tanto di bandana) al Pirata del Brinzio.

Si parte

Nella foto Marco Riganti, eccomi alla partenza della Brinziobianca 2010 (sulla destra, n° 51). E pensare che dopo duecento metri ero già a terra, con la schiena dolente, indeciso se ritirarmi o continuare.

In piena azione

Grazie all'amico fotoreporter Marco Riganti ho questa immagine della Brinziobianca2010. Sono il n 51 e sogghigno, credo di sapere il perché. Siamo al secondo giro, ho appena superato di slancio il gruppetto dietro, mi sento bene, in fase di rimonta e il mio amico Pippo Gazzotti mi ha appena riferito che sono a poco più di un minuto da Ric, il pirata del Brinzio, mio grande (e alto) rivale.
ps Si notino gli sci Fisher e le scarpe Salomon, attrezzatura di prim'ordine, che mi ha permesso di guadagnare 5 minuti rispetto allo scorso anno.

lunedì 1 febbraio 2010

Forse perché......

Forse perché della fatal quiete tu sei l'immago, a me 'sì cara vieni, o sera....Caro Foscolo, amo la sera perché porta quiete, ma per quella fatale c'è tempo...e stasera pensavo, scendendo dal Sacro Monte, che davvero il corpo sano ti regala manie di onnipotenza e distacco dagli altri, il corpo malato umiltà, comprensione e compassione. E vada per la salute, ovviamente, corretta però di tanto in tanto dal balsamo del soffrire: perché non si dimentichi l'essenziale.