lunedì 7 novembre 2011

Che devo fare?

Giovanni, l'altra sera, stava tornando a casa in sella ad una mountain-bike un po' più piccola della mia, che vedete in foto al Campo dei Fiori. Erano le 21, a Milano. Il guidatore di un auto (in sosta vietata) ha aperto la portiera, Giovanni per scansare il colpo è finito sotto il tram ed è morto. Io consiglio a tutti, anche ai giovani, di usare la bici. Mia figlia vive anche a Milano, e gira spesso in bicicletta per quelle strade trafficate. Fosse successo a mia figlia, avrei odiato quel mezzo, e oggi direi: mai più in bici. Che devo fare? Queste disgrazie straziano anche le nostre convinzioni più radicate.

Il tuo soffrire è mio

In amore la condivisione delle gioie vale tanto quanto la condivisione del soffrire. Quanto è semplice condividere le gioie, quanto è immediato, gratificante. Non sempre siamo così lesti nel condividere i dolori. E' un segno di debolezza, di mediocrità. Di amore che calcola. Di amore che scappa.

C'è molto da fare

Mi capita di pensare che ho avuto molto dalla vita, praticamente tutto: la salute, una fede (traballante), un buon lavoro, una bella famiglia, un amore, tre figlie. E' come se mi sentissi appagato, meglio, è come se dicessi: 'Il meglio l'ho avuto, ora arriva la salita!' per cui, tutto sommato, potrebbe anche finire qui. Curiosamente un simile mio pensiero l'ho ritrovato su un mio scritto di una quindicina di anni fa: e mi è parso eccessivo. Ma oggi ho cambiato idea, mi sono accorto che in fondo questi miei pensieri sono solo scaramantici: per vivere il più a lungo possibile. Qui ci sono ancora un sacco di cose da fare. E gioie da assaporare!