domenica 18 dicembre 2011

La morte di un eroe



LA MORTE DI UN EROE

Commovente cerimonia ieri mattina presso la scuola media Vidoletti di via Manin per ricordare la morte di Angelo Vidoletti, bersagliere, avvenuta 70 anni fa, la notte di Natale del 1941 durante la campagna di Russia. La mattina, coordinata dal dirigente scolastico Antonio Antonellis e dal presidente dei bersaglieri della provincia di Varese, Dino Soldavini, ha avuto il suo esordio davanti al busto bronzeo del Vidoletti, ripulito splendidamente: deposizione di una corona, alzabandiera, spari di colpi a salve, Inno di Mameli. Presenti il 3° reggimento bersaglieri storici ‘Papà Caretto’ (con le divise del 1848-1859) e la fanfara bersaglieri ‘Vidoletti’ di Vergiate. E’ stata poi inaugurata ufficialmente la palestra della scuola, che da questo momento sarà dedicata a ‘Mario Croci’, amico fraterno di Angelo, suo compagno d’armi. Era presente Fiorenzo Croci, figlio di Mario. Si è poi passati in palestra, dove l’attore Giovanni Ardemagni ha interpretato una scena, tratta dal libro ‘In prima linea’ (scritto da Fiorenzo Croci) che ripercorre la storia di Mario e la sua amicizia con Angelo. Alcuni alunni hanno poi interpretato brani natalizi, preparati dai professori Rosalba Gazzotti e Ferdinando Fanello. Infine è salita sul palco la fanfara, con brani coinvolgenti e un toccante Inno di Mameli, cantato dai molti presenti. Fra le autorità, in rappresentanza del Comune di Varese era presente l’assessore Montalbetti. E’ stato poi possibile visitare la mostra di presepi, realizzati dagli alunni con il prof. Salvatore Cuzzupè.

La Provincia di Varese domenica 18 dicembre 2011

Non scherza affatto


Quando mia figlia Maddalena prepara i biscotti di Natale, non scherza affatto.

Un tempo nuovo


Capitano dei periodi, nella vita, durante i quali in un mese, due si impara molto più che nei 10-20 anni precedenti. Periodi nuovi, creativi, capaci di aprire prospettive non immaginate e coraggi assopiti. Periodi fecondi, rari ma possibili, auspicabili, sperati, nei quali non è necessario leggere per apprendere. Tempi che richiedono una sola condizione: non dormire.

Le luci della festa


GLI ESTENSI ILLUMINATI


Sono entrato casualmente, nel buio, ai Giardini Estensi. Passavo da via Sacco per altri motivi, giunto al portone del parco più bello di Varese sono stato attratto da un grande chiarore nella zona della fontana. Mi sono ricordato che erano state accese nuove, natalizie luminarie. Sono entrato. Eravamo in tre: io, la notte e le luci. Risucchiato da quella sorgente mi sono incamminato verso la fontana, lentamente, bevendo insieme all’aria una gioia diffusa. Alla fontana sono rimasto incantato davanti ai tre alberi illuminati riflessi nell’acqua, che pareva piuttosto uno specchio nero dentro il quale avevano stampato i tre abeti luminescenti. Da saggio esteta, da esperto di vita, so che le immagini migliori sono impreviste, quindi ho sempre con me la Nikon: ho scattato lì alcune foto. Poi mi sono girato verso il grande Palazzo e sono rimasto ammaliato. Già avevo notato le aiuole illuminate ma riviste ora, degradanti verso le luci della nobile dimora, facevano un effetto magia. La bellezza di quella visione ha fatto sì che estraessi la macchina fotografica senza nemmeno accorgermene. Ho scattato altre foto, e mente le scattavo e le rivedevo e guardavo verso il fondo del giardino mi domandavo da dove provenisse tutto quel mio stupore, il piacere che provavo, al centro di quel luminoso silenzio, di quella notte di pece intarsiata da gemme di vari colori. Non trovando uno solo ma tanti motivi, mi sono chiesto se fosse davvero necessario ricercare un perché al piacere. Davvero più produttivo e rilassante goderselo tutto quel piacere, respirare il benessere in fondo ai polmoni e sin fra i capelli, senza troppe domande. Sono allora rimasto in contemplazione per qualche attimo prima di raggiungere l’uscita, trovando sì altre luci in via Sacco: ma quanto rumorose e dozzinali.