venerdì 31 ottobre 2008

Pietro l'inarrestabile

Pietro Macchione (a sinistra), prof in pensione, editore in piena attività, ben rappresenta il detto: 'Chi si ferma è perduto.' Eccolo con un nuovo libro, questa volta non solo edito ma anche scritto: 'Immagine Varese', cioè tutto ciò che i varesini hanno fatto nel corso dei secoli più recenti, per promuovere l'immagine della loro città. Volume di pregio, sponsorizzato dall'Unione Industriali, per la presentazione del quale s'è scomodato, ieri sera, persino Ferruccio De Bortoli (a destra), direttore de 'Il Sole 24 Ore'. Ed è singolare che un uomo del sud, arrivato da noi per amore di una varesina, sia diventato fra i massimi esperti della storia nostrana. Macchione è anche uno fra miei editori. E la cosa mi lusinga.

lunedì 27 ottobre 2008

Banjoman

Se volete ascoltare e vedere in azione il banjoman Marco Zanzi e tutti gli altri musicisti del gruppo 'The Peadmonts Brothers Band', l'appuntamento è per venerdì 31 ottobre, ore 21, auditorium del Nuovo Liceo Musicale in via Garibaldi, a Varese. Sarà la sera del lancio del CD 'Bordertown', musica country e non solo, e comunque buona musica. Professionalmente eseguita. Ingresso libero. CD in vendita.

Scienza e fede


Scienza e fede: possono coabitare in questa nostra avventura? Agli scenziati credenti mi permetto di dire: "Continuate a cercare le risposte della scienza, senza illudervi troppo che Dio ci metta una pezza dove non arriva l'uomo." Agli scienziati non credenti mi permetto di dire: "Continuate a fare ciò che fate, cioè a cercare senza posa risposte umane a problemi umani. Ma non illudetevi. Alla fine, dovrete ammettere che un Dio ci può anche stare."
In questo mondo c'è posto per tutto e per tutti, anche per un'antenna a pochi metri da un campanile. Anche per uno che si permette di dare suggerimenti agli scienziati. L'atomo e Dio: una bella coppia.

domenica 26 ottobre 2008

Vecchi e giovani

Ho una mia teoria. Quando si è giovani, e si ha davanti una vita da godere e da soffrire, si è spericolati (per solito), mentre quando si è anziani, quando si giunge al tramonto della vita (vedi foto) si è molto prudenti, e più si invecchia più si è prudenti, quando invece bisognerebbe lasciarsi andare ad atti 'scriteriati', visto che resta poco da vivere e ciò che andava fatto e visto e goduto e sofferto lo si è quasi completato. In sintesi: i giovani dorebbero essere quanto mai prudenti, i vecchi imprudenti. Il contrario di ciò che normalmente avviene. So che è una teoria un po' bislacca, e quando l'ho proposta ad alcuni anziani, mi hanno guardato male. Ma io la penso così.

sabato 25 ottobre 2008

Lavoro, lavoro, lavoro

Credo siano anzitutto due le modalità di sopravvivenza: la fede in una vita che non finirà mai e il lavoro. Tanto lavoro, inteso non in senso alienante ma liberante, cioè una vita impegnata, senza tempo riservato all'ozio. Perché appena ci si trova con le mani in mano, colti in un attimo di non lavoro, s'apre dinanzi a noi il baratro di un destino che ci coglie impreparti, inutili, passivi, intenti a riflettere con malinconia sulla caducità delle cose. E invece no, non dobbiamo lasciare il minimo agio a simili pensieri. Quindi consiglio di lavorare, sempre, oltre ogni pensione. Si vada pure in pensione ma si progettino altri lavori. 'Chi si ferma è perduto' ammonisce il detto popolare. Che sottoscrivo.
ps In foto ho scelto il ministro Bobo Maroni solo perché è stato Ministro del Lavoro

Sentimenti sfocati

Parlando con un mio caro amico, di qualche anno più vecchio di me, ho raccolto questa confidenza: "Mio caro Carletto (non so perché più d'uno mi chiama Carletto, forse perché sono magro ndr), alla nostra età non ci si innamora più. Io sono innamorato solo dei miei figli, non credo di potermi innamorare di una donna, con l'intensità della giovinezza."
Credo che non gli si possa dar torto. Anche perché è più vecchio di me. Io rivendico la potenza del sentimento, anche sopra i 50 anni. Anche quando (se la vita è paragonabile ad un anno) si giunge all'autunno, le foglie danno l'illusione di colorarsi, anzi, si colorano e mostrano il loro abito migliore ma in realtà, dove si congiungono al ramo, la presa comincia ad allentarsi. Perché non è più primavera e neppure estate. Ohimè.

Vidoletti contro Dante

Non vi tedierò parlando ancora delle mie soddisfazioni per i buoni risultati degli alunni della Vidoletti, ma non posso tacere che stamani, sabato 25 ottobre, siamo arrivati secondi al Memorial Andolfatto staffetta 12x1000, ma quel che più conta abbiamo battuto gli odiati 'rivali' della media 'Dante Alighieri' di Varese, finiti terzi. Per dovere di cronaca, scriverò che ha vinto, con merito, la Scuola Europea, che ci ha superati di pochi secondi, 45'16" loro, 45'30" noi.
in foto: Vidoletti squadra A e B con la coppa del secondo posto

mercoledì 22 ottobre 2008

400, anzi 800 gambe levate


400 alunni hanno partecipato alla campestre della Vidoletti. Qui vediamo la partenza delle prime medie, classe 1997. La terza da sinistra, bionda, è Valentina Cenacchi, colei che vincerà, meritandosi anche la coppa del memorial Anna Maria Calarco. Ma la citazione andrebbe a tutti i partecipanti, assimilabili nel merito e nella fatica. E per me, alla fine, tanta immeritata (o forse anche un po' meritata) soddisfazione.

Marco torna indietro

Soddisfazione anche per la presenza di Marco Passera, che è venuto a trovarci, ex alunno che è tornato indietro, alla sua Vidoletti. Marco, cioè il mio alunno che nel basket ha raggiunto i massimi livelli. Serie A alla Cimberio, bhè, ora siamo in A2 ma torneremo presto di sopra. In campo femminile, nel basket una mia ex è Chicca Macchi, che è stata in nazionale e anche alle Olimpiadi. Marco, cioè un giovane che mi pare non si sia montato la testa, disponibile a stare coi ragazzini, a scherzare con loro. A sinistra il mio collega Carletto Pirani, già in pensione da due anni eppure ancora legato alla sua Vidoletti.

lunedì 20 ottobre 2008

Parole d'autunno

Ieri ascoltavo parole d'autunno dette dagli alberi, discorsi molto più interessanti dei miei.

sabato 18 ottobre 2008

Tutti poeti (e scrittori) noi del '56

Salutare incontro ieri sera al Teatrino di via Sacco, salutare perché sul palco parlavano quattro medici-scrittori. Da sinistra: Carlo Mazzoni, Andrea Vitali, Dino Azzalin e Romano Oldrini. Devo ammettere che il mattatore è stato Andrea Vitali, non solo perché è del '56 come me (tutti poeti noi del '56, cantava Miguel Bosè) ma perché mi è parso il più consapevole, il più ironico e scanzonato, il più distaccato da una presunta 'superiorità' degli scrittori, nonostante sia di gran lunga, dei quattro, quello di maggior successo. Andrea dice ciò che pensa, regala affermazioni che per solito in certi contesti 'culturali' non si dicono, tipo: "Carlo Emilio Gadda...ho iniziato un suo libro e poi l'ho messo da parte per quando sarò più grande e in grado di capirlo...intanto leggo libri più alla mia portata." E bravo Andrea.

venerdì 17 ottobre 2008

Graffio nel cielo


Un aereo graffia il cielo. L'Osservatorio astronomico del prof. Furia sta a guardare. In basso s'accendono le prime luci. E' tempo che torni a valle. Mi viene alla mente l'incipit di una mia poesia-preghiera: Son salito sul monte ad incontrarTi/lassù sei più vicino/ritrovo con certezza i Tuoi contorni....

Sorprese

Il Campo dei Fiori regala anche queste sorprese. Naturalmente (a differenza di quanti maliziosamente hanno pensato) io mi riferivo al tramonto sui monti. Anche perché la ragazza in chiaroscuro aveva già un altro fotografo tutto per lei. Però questa ragazza in contemplazione, spersa in chissà quali pensieri, sagoma che non stonava affatto conro l'orizzonte, mi ha invogliato allo scatto. Tiepido tramonto di un ottobre stupendo.

giovedì 16 ottobre 2008

Lo dobbiamo assolvere

Credo non vi siano alternative: lo dobbiamo assolvere. Ogni giorno. perché ogni giorno l'imputato Dio è sotto processo, sia che ad accusarlo siamo noi (per cose storte che ci riguardano) sia che siano altri (ma noi comunque siamo spettatori delle disgrazie altrui). Se vogliamo continuare a crederGli, dobbiamo testardamente riconoscerlo cme Padre buono. Basta. Già i padri, in genere, sono buoni con i figli, e in più Lui è, per definizione, un Padre buono. Lo dobbiamo assolvere perché non c'entra, è estraneo ai fatti. Il colpevole è un altro. Chi? Metteteci chi volete, purché non sia Lui.
carlo.zanzi@tele2.it

Una bici mondiale

Ecco la bici mondiale di Ballan. Non gliel'ho chiesto, ma credo sia quella della vittoria. E se non è quella, è copia identica alla bici iridata. Una Wilier (stessa marca di quella di Gianni Argese) al carbonio, una grossa 'cicala al carbonio' che ha cantato per tutta quella domenica, compreso l'urlo finale.

Ballan in villa

Fastosa e festosa inaugurazione della Sala Napoleonica alle Ville Ponti. E, nel bel mezzo della festa, ecco arrivare l'iridato Alessandro Ballan con bici (forse quella che gli ha permesso di vincere i Mondiali) e sorriso. Sui mega-triplici schermi ecco le immagini degli ultimi due, meravigliosi chilometri di Ballan, locomotore inarrestabile lanciato verso la striscia bianca del Mapei Cycling Stadium. Un temporale di applausi, per quelle emozioni mondiali.

mercoledì 15 ottobre 2008

Pensieri al guinzaglio

Mi rendo sempre più conto che non si può controllare in assoluto la mente, che non è possibile mantenere un dominio costante sui pensieri: al massimo li si può tenere a bada, se va bene. I pensieri ballano, un po' come le donne di Luigi Broggini (in foto). I pensieri sono invadenti e sonnacchiosi, prepotenti e distanti, ammutinati e concilianti. I pensieri dilagano e si riassorbono, soffocano e regalano libertà....mai prenderli sottogamba, sguinzagliarli con eccessiva libertà. Mai confidare nella loro fedeltà. I pensieri sono anche traditori.

Petros il greco

Petros Màrkaris, cioè uno dei massimi scrittori di gialli al mondo. Un greco di Costantinopoli, residente ad Atene, giunto appositamente dalla Grecia a Varese (e con lui l'interprete Amalia Kolonia) per parlare dei suoi libri. Venti persone in sala, e di Varese praticamente nessuno. Una città che in questo caso non ha fatto una gran figura. Comunque Petros si è dimostrato assai vivace, brillante nell'eloquio, spiritoso. Fra le tante cose dette, una che capisco molto bene: "Uno scrittore si alza al mattino, si mette seduto nel suo studio e aspetta....La scrittura è pazienza e solitudine."

martedì 14 ottobre 2008

I capelli di Cristicchi

Anch'io da giovane tenevo i capelli lunghi, ma non ho mai raggiunto il livello di Simone Cristicchi, cantautore, ma anche scrittore, attore, giovane d'ingegno e d'impegno, ieri a Varese nell'ambito del Premio Chiara. Ha raccontato che la canzone che l'ha reso famoso (quella nella quale vorrebbe essere come Biagio Antonaci...si scrive con una o due c?) l'ha scritta dopo dieci anni di tentativi di sfondare. Era arrabbiato e deluso e ha esternato nel canto la sua rabbia di non poter salire sul palco come Biagio. Anche se in realtà Cristicchi (a differenza del 'romantico' Antonaci) è cantante di testi anche impegnati, scomodi. Ha tanti progetti per la testa ma -come alla fin fine ammettono tutti- il progetto (realizzato) più bello è stato la nascita del suo primo figlio.

lunedì 13 ottobre 2008

Ma chi se ne frega

Più sotto leggerete un mio giudizio non proprio lusinghiero nei confronti dell'eminente Eugenio Scalfari. Sono stato forse un po' troppo severo, soprattutto perché conosco poco o nulla il grande giornalista, e mi sono basato solo sulle parole ascoltate in una sera. Quindi parziali. E poi non sono abituato a dare giudizi definitivi e severi. Però una cosa davvero mi ha sorpreso del suo dire. Posso capire che uno non creda in Dio, che non ne escluda l'esistenza ma che per lui tale esistenza non sia determinante. Posso capire che uno non senta il bisogno di pregare, non abbia necessità di soccorsi trascendenti. Però la nostalgia di Dio o di un dio qualsiasi; il piacere di pensarlo esistente. La speranza che la vita non finisca mai. La meraviglia di fronte ad uno spettacolo che non può essere umano... Insomma, non si può arrivare a dire (non virgoletto, ma il segmento di senso era questo): Dio? C'è? Non c'è? Ma chi se ne frega!
carlo.zanzi@tele2.it

Enrico e Bobo

Enrico Ruggeri e Roberto Bobo Maroni: bell'incontro ieri nell'ambito del Premio Chiara. Due personaggi di successo che sanno vivere il successo con leggerezza, senza prendersi troppo sul sero. Mi pare una corretta lettura del senso della vita. Mi sembra saggezza. Miei coetanei con passioni ancora giovanili e gusto per l'ironia. Che sanno raccontare con sincerità il loro vissuto. Ruggeri ha detto fra l'altro che ogni storia meriterebbe una sceneggiatura. E concordo. Non ci sono vite noiose. Vedo piuttosto uno spreco, nel senso che la maggior parte delle vite resta anonima, mentre meriterebbe più pubblicità. E poi Ruggeri ha confermato una mia idea: non si crea senza emozione, se non c'è alla base uno stato d'animo da mare mosso e non da calma piatta. Non si crea senza soffrire almeno un po'.

domenica 12 ottobre 2008

Buona domenica

Buona domenica e, per me, una domenica buona, già dall'inizio, per almeno tre motivi: sole tiepido, un incontro e una poesia. L'incontro è, al Campo dei Fiori, con il mio ex alunno Francesco. Quando vedo giovani che conosco, navigare felici nel loro provvidenziale destino, con famiglia, figli (ecco il piccolo Alessandro) non posso che raccoglierne motivi di gioia. E poi, al rientro, un messaggio al cellulare, una nuova poesia di Arnaldo Bianchi, che qui allego:
Si schiude,
con le voci dentro le voci,
un canto fatto di sale e luce
che brucia e illumina,
come lacrima, come alba:
schegge di parole
aghi d'amore.

Eugenio il vincente

Il sabato sera vincente porta il nome di Eugenio Scalfari, già direttoreditore di Repubblica, giornalista, scrittore, intellettuale colto, fin troppo consapevole del suo successo. Successo che è stato confermato da una sala stracolma (è arrivato a Varese per il Premio Chiara), dalle molte attestazioni di stima (al limite della venerazione), dagli applausi. Un vincente, che ha avuto la fortuna di arrivare ad 85 anni in salute, mente fresca e nessun bisogno di Dio. Nemmeno quando ci si approssima alla meta. Bhè, questa, del non bisogno di Dio, per me non è una fortuna. Non conoscevo Scalfari come oratore, non sono un suo lettore, ci sono andato curioso. Anche perché parlava di scrittura. Me ne torno deluso. Anzitutto perché di scrittura, del mestiere dello scrivere ha parlato poco. E poi perché resto deluso, lontano, guardingo verso gli intellettuali troppo certi delle proprie certezze, troppo carichi di amor proprio. Preferisco chi si mantiene alla ricerca di un senso ultimo, e non si accontenta di "segmenti di senso". Una cosa mi è piaciuta: quando Eugenio 'il grande' ha parlato dei libri come mezzi atti ad esorcizzare la paura della morte. Ma non è certo una sua intuizione. Insomma: non mi unisco al coro dei plaudenti. Troppe arie da primo della classe.

Oasi senz'acqua

Sabato sera a due facce, una perdente e l'altra vincente. Cominciamo dalla perdente. Una pizzeria, l'Oasi, di via Rodari, zona Bustecche. Aperta da quattro mesi. Ci siamo andati, Carla ed io, perché offrivano pizza e birra a buon prezzo. Un'offerta speciale. E mi dicevo: "Ci sarà la coda." Da soli. Eravamo da soli. Poi sono arrivati altri: in tutto sei, compresi noi. Avevano persino ingaggiato un cantante, che ad un certo punto si è messo a mangiare pure lui. La pizza (non male) mi è andata giù a fatica, pensando a questi poveri pizzaroli. Al momento di pagare, capendo che eravamo un po' rimasti per la scarsa affluenza, il padrone ci ha detto: "Qui ci vuole il navigatore per trovarci...fateci un po' di pubblicità." Pizzeria Oasi di via Rodari, alle Bustecche: pizza buona e prezzi bassi.

sabato 11 ottobre 2008

Le donne di Broggini

E' chiaro che un artista come Luigi Broggini mi sta simpatico. Chiaro per me, naturalmente. Ieri sera si è aperta una mostra a lui dedicata, in Galleria Ghiggini. Piccole statue e disegni. Tema: le donne. Anche per questo tema mi sta simpatico. Ma soprattutto perché è uomo dell'interiorità, poeta, artista poliedrico poco incline ad accontentarsi delle mode. Uno che preferiva essere attorniato da pochi, sinceri amici piuttosto che raccogliere il plauso di una vasta, anonima platea. Non so se l'ha detto per giustificare, per sopportare, per digerire una mancanza di successo eclatante, successo che probabilmente la sua arte avrebbe meritato. E poi Broggini ha scritto, parlando della vita che dà e toglie, "la vita ride e deride". Bello. Andate in Galleria Ghiggini, e seguite le iniziative legate al Premio Chiara 2008 (www.ilfestivaldelracconto.it).

giovedì 9 ottobre 2008

Sogni

Fra i miei tanti sogni, c'è stato anche quello di diventare un grande della bicicletta, uno alla Eddy Merckx, tanto per intenderci. Del sogno è rimasta la bici e il piacere di pedalare, soprattutto in salita. Ma del sogno è rimasta un'altra cosa, importante: la voglia di sognare.
(foto Tommy Martinelli)

AgendaVarese2009

Ecco, in assoluta anteprima, la foto degli autori di AgendaVarese2009, e cioè il sottoscritto e i fotografi Domenico Ghiotto e Angelo Puricelli. La foto, al Mapei Cycling Stadium, è di Tommy Martinelli. La bici è la mia Decathlon gialla, che compie dieci anni. L'Agenda verrà presentata venerdì 21 novembre 2008, ore 21, Salone Estense. Ma, rispetto alla tradizione, c'è una novità non molto positiva, che vi comunicherò in seguito.

mercoledì 8 ottobre 2008

Il senso della foto

La foto sotto (una parte della nazionale francese di ciclismo al Mapei Cycling Stadium) ha senso col post perché quegli atleti dovrebbero essere ragazzi in salute.

Pensieri & salute

So che voi non ci pensate, perché non vi lasciate distrarre da questi tristi pensieri. Ma a me capita spesso, soprattutto in questo periodo (nel quale godo di ottima salute) e soprattutto al mattino, appena apro gli occhi, di fare questo pensiero: "Che gran fortuna che ho. Mi pare inverosimile che con le centinaia di migliaia di differenti malattie, virusbatteri e accidenti vari, oggi stia bene. Non abbia nulla. Che i tanti proiettili che mi fischiano intorno mi sfiorino senza beccarmi." Vivo come se la buona salute sia l'eccezione e non la norma, come invece crede la maggior parte delle persone (almeno a me così pare). Del resto non è necessario andare in ospedale per sapere quanta gente sia ricoverata lì. Non è necessario andare in Africa per sperimentare la profondità della povertà.

Senza spessore

Riflettendo sullo spessore del mio ultimo racconto, CICALE AL CARBONIO, solo 4 millimetri, mi è venuta questa considerazione: "In effetti sono uno scrittore senza spessore."
in foto: la nazionale olandese di ciclismo, prima della partenza nella domenica Mondiale. Ciclismo, perché di ciclismo si parla in Cicale al carbonio.

lunedì 6 ottobre 2008

Alba morbida d'autunno

Regalo anche a voi una poesia inedita, che a sua volta ha regalato a me, qualche giorno fa, il mio amico Arnaldo Bianchi. Poeta.

Oscure come sguardi
d'amore,
intense come voci
nell'aria
le parole scorrono liquide,
come vento e fumo,
tra gli argini cupi
di prati scoscesi e di foreste
nel silenzio biondo
dell'alba
morbida d'autunno

domenica 5 ottobre 2008

Bianco e nero


Nell'usuale salita in bici al Campo dei Fiori anche a questo pensavo: sollecitato da un bel film visto ieri al cinema, Mamma mia!, un film musicale che mette allegria e voglia di vivere, voglia di ballare e cantare, pensavo che per consuetudine sono portato a scrivere del versante infelice, dubbioso, incasinato, problematico dell'esistere, mentre (facendo anche l'esperienza della felicità) dovrei parlarne maggiormente. Già, felicità e tristezza, il bianco e il nero della vita. E riflettevo: si passa con velocità a volte repentina, e spesso non per colpa nostra, dalla gioia più intesa al dolore più lacernate, mentre è assai più lenta la risalita dal dolore alla felicità, risalita che spesso dipende solo da noi, dalla nostra voglia di lottare, di vivere, di sperare.

sabato 4 ottobre 2008

Zoom

Si sale e l'orizzonte si allarga. Quindi con lo zoom il lontano si avvicina. E allora il centro città e il campanile del Bernascone si fa prossimo ad altri campanili, al seminario di Venegono e persino Milano s'approssima a Varese. Vorrei che fosse così anche per la conoscenza di Dio. Si cammina nella vita e lo sguardo si dilata, poi lo zoom della fede ti fa sentire Dio meno lontano. Lo intuisci là in fondo. In alto. A volte persino al tuo fianco.

Amare

"Al tramonto della vita, ciò che conta è avere amato" si legge su una delle tante immaginette, che hanno puntellato le riflessioni della mia giovinezza. Concordo pienamente. Anche perché è l'operazione più dura, il proposito più impegnativo, l'aspirazione più grande, la promessa più ardita.
in foto: la cuspide del Monviso punzecchia l'orizzonte alpino

venerdì 3 ottobre 2008

Nell'ultima stanza

Svapora il Monviso all'orizzonte, nel quieto tramonto autunnale. E penso alle parole del Cardinale Carlo Maria Martini, pronunciate ieri a Milano, alla presentazione di un suo libro su Paolo VI. Papa che ha speso molte parole sulla morte, scritte -secondo Martini- quando il momento era ancora lontano: perché ne parla troppo bene. Il Cardinale Carlo, giunto -a suo dire- nell'ultima o penultima stanza della sua vita, ha avuto parole tutte negative per la morte come passaggio inevitabile, ha 'tirato le orecchie' a Dio perché, col suo sacrificio sulla Croce, avrebbe potuto risparmiare a noi questo passaggio, il duro calle, come ebbe a scrivere Dante. Ma senza la morte -ha concluso- non potremmo dimostrare sino in fondo la nostra fedeltà a Dio. Martini, ferito dalla malattia, con voce fioca ha mostrato una grande umanità, chiedendo aiuto ai presenti, capaci forse di offrirgli una parola di luce; anche il sommo teologo, di fronte al sommo passaggio, mostra ogni fibra della debolezza che è di ogni uomo. E anche per questo gli vogliamo bene.

giovedì 2 ottobre 2008

Le belle foto di Piera


Piera Macchi non solo è stata la miglior sciatrice varesina in assoluto, slalomista di livello internazionale, facente parte della 'valanga rosa', carriera breve causa un brutto infortunio; non solo è mia collega, docente di educazione fisica e grande sportiva ancora adesso; ho di recente scoperto che è anche una bravissima fotografa. Ecco sopra un piccolo assaggio. Ma per chi volesse gustare la sua arte, può andare a visitare il suo album informatico. Vada su flickr.it e poi, una volta entrato, digiti il nome vamp9919 e troverà lei e le sue foto. Che meritano. Soprattutto natura e sport; soprattutto le sue amate montagne.

Angelo on the road

Ecco il mio amico Angelo Puricelli al 'ferro di cavallo' di Sant'Ambrogio, mentre svolge il suo lavoro di fotoreporter durante i Mondiali. A lui il compito di stare sulla strada, mentre Domenico (vedi sotto) stava all'Ippodromo. Fra poco saremo ancora insieme per una nuova avventura di AgendaVarese, appuntamento di novembre ormai tradizionale. Finisce l'anno, e noi ne facciamo subito il riassunto.

Domenico al Mapei Cycling Stadium

Resto ancora sui Mondiali, perché voglio tributare un doveroso omaggio anche all'altro mio amico fotoreporter Domenico Ghiotto, autore delle foto di AgendaVarese, qui impegnato nella settimana di duro lavoro al Mapei Cycling Stadium. Il nostro quotidiano locale 'La Prealpina' deve a lui (e ad Angelo....e anche a Tommy Martinelli) le belle foto della settimana iridata.

mercoledì 1 ottobre 2008

Errata corrige

La mia solita fretta, il mio solito errore. Due post sotto ho scritto via Nuccio Casula, in realtà è via Nuccia Casula.

Trops e sport

Ecco quattro stantuffi ucraini. C'è chi dice che lo sport alle origini era sano, puro, ideale; poi quello sport, causa i soldi, lo spettacolo, l'agonismo esagerato s'è inquinato. Non sono d'accordo. Credo ci siano sempre state due anime ben distinte, che qui chiamo sport e trops, cioè il suo esatto contrario. Lo sport per tutti, che consiglio e che amo, accarezza il nostro corpo, aiuta con gradualità la nostra crescita, ci regala spazi di libertà in ambiente naturale, ci distende, ci tonifica e ci potenzia, senza eccessi. Il trops è praticamente il suo contrario, è un'altra cosa, un altro mondo, mondo che c'è stato sin dall'inizio e che il progersso ha solo accentuato nelle storpiature e negli eccessi. Qui contano spettacolo e prestazione. Se si vuole ottenere il massimo da un atleta per forza bisogna logorare il suo corpo, potenziarlo sino al limite di rottura, 'aiutarlo' perché non ceda di schianto. Se si vuole dar spettacolo, bisogna offrire il meglio, cioè rischio, velocità, fatica, record....e tutto ciò ha prezzi altissimi, in primis per l'atleta, che del resto quello ha scelto come mestiere. Sport e trops: due mondi. A voi la scelta.

Un urlo commosso

Sentendo i commenti della gente, sintetizzerei la domenica Mondiale in due parole: urlo e commozione. Un urlo poderoso, partito a tre chilometri dal traguardo, piazza Monte Grappa, scatto di Ballan. Urlo continuo, per oltre tre minuti, all'Ippodromo; urlo in crescendo, come un' onda a seguire, a sospingere l'azzurro lungo corso Moro, via Morosini, via Nuccio Casula, via Carcano, via dei Mille, viale Valganna, svolta a sinistra per il Mapei Cycling Stadium. E commozione. Più d'uno ha confessato d'aver pianto, gente certo non appassionata di bici, gente che s'è lasciata trasportare dall'evento. Un mio collega ha persin detto: "Ho sempre considerato la lacrimuccia roba da femmine. E invece, questa volta, ho pianto anch'io." Lasciarsi trascinare. Siamo troppo controllati. Troppo seri. Rischiamo pure, qualche volta, e lasciamoci condurre verso l'ignoto.