domenica 12 ottobre 2008

Buona domenica

Buona domenica e, per me, una domenica buona, già dall'inizio, per almeno tre motivi: sole tiepido, un incontro e una poesia. L'incontro è, al Campo dei Fiori, con il mio ex alunno Francesco. Quando vedo giovani che conosco, navigare felici nel loro provvidenziale destino, con famiglia, figli (ecco il piccolo Alessandro) non posso che raccoglierne motivi di gioia. E poi, al rientro, un messaggio al cellulare, una nuova poesia di Arnaldo Bianchi, che qui allego:
Si schiude,
con le voci dentro le voci,
un canto fatto di sale e luce
che brucia e illumina,
come lacrima, come alba:
schegge di parole
aghi d'amore.

Eugenio il vincente

Il sabato sera vincente porta il nome di Eugenio Scalfari, già direttoreditore di Repubblica, giornalista, scrittore, intellettuale colto, fin troppo consapevole del suo successo. Successo che è stato confermato da una sala stracolma (è arrivato a Varese per il Premio Chiara), dalle molte attestazioni di stima (al limite della venerazione), dagli applausi. Un vincente, che ha avuto la fortuna di arrivare ad 85 anni in salute, mente fresca e nessun bisogno di Dio. Nemmeno quando ci si approssima alla meta. Bhè, questa, del non bisogno di Dio, per me non è una fortuna. Non conoscevo Scalfari come oratore, non sono un suo lettore, ci sono andato curioso. Anche perché parlava di scrittura. Me ne torno deluso. Anzitutto perché di scrittura, del mestiere dello scrivere ha parlato poco. E poi perché resto deluso, lontano, guardingo verso gli intellettuali troppo certi delle proprie certezze, troppo carichi di amor proprio. Preferisco chi si mantiene alla ricerca di un senso ultimo, e non si accontenta di "segmenti di senso". Una cosa mi è piaciuta: quando Eugenio 'il grande' ha parlato dei libri come mezzi atti ad esorcizzare la paura della morte. Ma non è certo una sua intuizione. Insomma: non mi unisco al coro dei plaudenti. Troppe arie da primo della classe.

Oasi senz'acqua

Sabato sera a due facce, una perdente e l'altra vincente. Cominciamo dalla perdente. Una pizzeria, l'Oasi, di via Rodari, zona Bustecche. Aperta da quattro mesi. Ci siamo andati, Carla ed io, perché offrivano pizza e birra a buon prezzo. Un'offerta speciale. E mi dicevo: "Ci sarà la coda." Da soli. Eravamo da soli. Poi sono arrivati altri: in tutto sei, compresi noi. Avevano persino ingaggiato un cantante, che ad un certo punto si è messo a mangiare pure lui. La pizza (non male) mi è andata giù a fatica, pensando a questi poveri pizzaroli. Al momento di pagare, capendo che eravamo un po' rimasti per la scarsa affluenza, il padrone ci ha detto: "Qui ci vuole il navigatore per trovarci...fateci un po' di pubblicità." Pizzeria Oasi di via Rodari, alle Bustecche: pizza buona e prezzi bassi.