sabato 11 settembre 2010

Aneddoti dal Sacro Monte

Da anni facevo caso a questa giovane donna. La vedevo salire o scendere dalla rizzàda del Sacro Monte, 'trainata' da una muta di cani di razza, due o tre. Con una particolarità: ogni volta che gli animali incrociavano qualcuno, me compreso (sia che fossi in cammino, di corsa o in mountain-bike) si mettevano ad abbaiare con forza e cattiveria, obbligando la padrona a redarguirli. Io cercavo di girare alla larga, ma i cani mi vedevano e protestavano, non so perché. A parte un certo fastidio, nel complesso l'immagine mi suggeriva una mancanza. Che per fortuna oggi si è risolta. Ho visto infatti la giovane donna con i soliti cani (stranamente silenti) ma con in un marsupio un bimbo, che spero e immagino sia suo figlio. Ecco, ora la scena mi pare più completa. Torna la vittoria dell'uomo sulla componente animale dell'universo.

Fortuna

La maggior parte delle persone è fortunata come me (almeno sino ad ora), cioè ha il tempo di abituarsi di grado in grado al lento ma inarrestabile evolvere dell'invecchiamento. Tale processo ci dà, per solito, lo spazio di un adattamento. Possiamo metablizzare la 'disgrazia', presagirne le involuzioni, adattarci, prevenire, cercare di combattere, vigilare, sicché l'autunno possa giungere senza trovarci in canottiera. Mi capita spesso di pensare a chi, per sfortuna, per avverse condizioni di salute, è costretto a dover far fronte alla violenza di un processo di limitazione cruento e improvviso. La parabola discende troppo in fretta per potercisi abituare. Costoro meritano tutta la nostra comprensione.