lunedì 10 marzo 2008

Salvifici doloris


Ieri mattina, domenica, sotto una leggera pioggia, salivo di corsa lungo la rizzada delle Cappelle. Non posso più permettermi di correre come voglio. Devo centellinare i passi. Il dolore al ginocchio destro incombe. Appena esagero un po', comincia a ronzarmi dentro. E pensavo che questo dolore in fondo è un bene. E' un dolore salvifico. Mi avverte. Mi rende vigilante su ciò che veramente conta. Intanto mi permette di rispettare di più il mio corpo, che altrimenti, senza questi segnali, sottoporrei a ben altre fatiche, dimentico della mia età. Ma -cosa ancor più importante- mi ricorda che ciò che davvero conta non è l'impresa sportiva. Ciò che conta è amare. Non credo che il Signore mandi il dolore per ammonirci e farci ricordare l'essenziale. Ma credo che attraverso il dolore (frutto del mistero del limite che ci pervade) sia possibile risalire al bene. 'Salvifici doloris', appunto.

Un tempo me la prendevo col dolore, che mi impediva di arrivare dove volevo. Piegavo il corpo alla mi volontà. Oggi lo accetto e lo interpreto anche come segnale positivo. Come invito ad essere più saggio.


per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it