venerdì 26 settembre 2008

Occhioni

Cosa dobbiamo dire a due occhioni così, che guardano ai campioni dello sport con invidia e ammirazione? Ai miei alunni propongo un discorso chiaro: "Ci sono due tipi di sport, che hanno ben poco a che spartire. Lo sport per tutti, senza controindicazioni, rilassante, ecologico, che rispetta e potenzia la salute, che educa a valori positivi, che è un ottimo diversivo, passatempo e che consiglio a tutti. E poi c'è lo sport professionistico, riservato ad una elite, scelta per doti innate e per voglia di rischiare, anche la salute. Sport come mestiere, che ha più contro che pro. A voi la scelta."
Li metto in guardia. Però questi occhi è a questo secondo tipo di sport che guardano, sport spettacolo, che dà ricchezza, fama e spazi televisivi, foto sui giornali...e tu hai voglia di dire che non è quello l'essenziale....in fondo tutti hanno il diritto di sognare... anche perché oltre quegli occhi ci sono sogni, sarebbe meglio evitare di scandalizzarli.

Provocazione



La butto lì, come provocazione. Un mio amico musicista mi ha detto: "Scusa, Carlo, spesso gli artisti, cantanti, scrittori eccetera, per raggiungere alti livelli di creatività, per creare fanno uso di droghe, eppure lì nessuno fa controlli antidoping. Perché nello sport sì? Vedo una discriminazione."
Ha dunque ragione Francesco Moser e chi la pensa come lui, che propone la liberalizzazione del doping?
Se ne può discutere.
in foto: crono under 23, Mondiali di Varese 2008

Divisa



La divisa del ciclista è attillata, come è universalmente noto. E ciò non sempre è un bene. Nel campione, nell'atleta in forma ciò evidenzia le cosce sin troppo prorompenti e il busto, immiserito per necessità: non serve a nessun ciclista avere torace potente e braccia muscolose, è solo peso in più. Ma la divisa attillata è un dramma per chi in forma non lo è (o non lo è più) e allora l'addome prominente è difficile da celare. Meglio sarebbe una bella felpa abbondante. E poi quelle scarpette, che obbligano a camminare sui talloni, come se si attraversassero carboni ardenti.
in foto: partenza di un'atleta, crono donne, Mondiali Varese 2008

Perplessità

Benché sia un appassionato di ciclismo, non so se consiglierei ad una ragazza di intraprendere una carriera sportiva sulla bici. Troppa fatica, troppi rischi, poco rispetto della femminilità. Il fisico di una ragazza, di una donna deve essere accarezzato, modellato, plasmato dallo sport, dal movimento. Qui mi pare ci sia anche un po' di violenza. E' un'opinione, si capisce.
in foto: crono donne ai Mondiali di ciclismo, Varese 2008, viale Aguggiari.