mercoledì 27 ottobre 2010

Alda e Ambrogio

Ho conosciuto Ambrogio Borsani grazie alla comune appartenenza alla Giuria dei Grandi Lettori del Premio Chiara. Eccolo in casa Bambi a Milano (al centro con gli occhiali rossi, in mezzo fra Diego Novelli a destra e Vittorio Colombo a sinistra), durante una riunione della Giuria, la scorsa primavera. Leggo su Io Donna che è uscito, per Mondadori, 'Il suono dell'ombra', opera omnia della poetessa Alda Merini, volume curato da Ambrogio. E allora non posso non ritornare a quella notte a Milano. Tornavamo in metrò dopo la riunione di Giuria e lui parlava di questo lavoro certosino, il doversi districare fra migliaia di pagine. Un lavoro immane che Ambrogio ha affrontato perché amava la poesia di Alda. Così dice Ambrogio su Io Donna: "Quella di Alda Merini è stata una vita unica, inimitabile. Capace di cantare la sua discesa agli inferi e il ritorno. E anche la sua morte: poche ore prima di andarsene, con un filo di voce sussurrò alle figlie, schiacciate contro la parete, una strofa di Porta Romana bella."

Mi pare giusto

Roberto Ernesto Maroni detto Bobo, Ministro degli Interni (qui in uno scatto di due anni fa, con la moglie Emi ed Enrico Ruggeri) riceverà venerdì 29 ottobre (ore 21, Villa Recalcati) il Premio 'Falcone-Borsellino' (istituito dall'Università Liuc di Castellanza) per il suo impegno nella lotta contro la mafia. Mi pare giusto. Per quel poco che conosco il nostro Ministro, posso garantire che ha preso molto seriamente il suo incarico; al di là della facciata 'simpatica e musicale', Roberto Maroni è un politico che ha sempre distinto molto bene il momento dello svago da quello del lavoro e il primo, in questi anni, è andato progressivamente diminuendo, a tutto vantaggio della nostra sicurezza.

Rughe

Sarebbe davvero tutto più semplice se anche lo spirito cominciasse ad intagliarsi di rughe.

Ciò che importa, per me

Ieri sera, durante il Rosario per la mia amica Alma, padre Gianni ha fatto questa distinzione, che io non colgo, la distinzione fra dramma e tragedia: "La morte di Alma è un dramma, non una tragedia. E' un dramma perché c'è il lieto fine della resurrezione." Per me dramma e tragedia non hanno lieto fine. A parte ciò, pensando alla vita e alla morte, a me viene spesso l'immagine di una battaglia, i colpi ti sfiorano, qualcuno ti passa proprio a un pelo (come nel caso di Alma), ti scalfisce la pelle, ti procura un po' di sangue. Qualcuno ci spara addosso e prima o poi ci colpirà. Ciò che veramente importa, per me, è che ad imbracciare il fucile contro di noi non sia Dio.

Dureranno poco

Godetevi questi colori. Non dite domani. Domani molte altre foglie saranno cadute.