venerdì 24 agosto 2012

E tu? Che avresti fatto?

Premessa: non intendo difendere Roberto Formigoni, che mi sta anche antipatico. E solo uno sguardo disincantato sulla nostra povertà, mia e vostra. Dunque, Formigoni è stato al Meeting, ha detto che il Papa prega tutti i giorni per lui (e questo è un bene, tutti abbiamo bisogno di preghiere), che ha fatto male a concedersi quella famosa vacanza (che ha comunque pagato di tasca propria), non era opportuna, ha ribadito di non aver compiuto nessun atto fuorilegge e ha sottolineato ancora una volta i meriti del suo impegno in Regione Lombardia. I suoi amici ciellini hanno applaudito, compreso, gli si sono stretti attorno. Ma non tutti la pensano come i ciellini, e Formigoni e spesso criticato. Non sono Marco Travaglio, non entro nel merito, faccio un discorso più generale: se fossi stato al posto di Formigoni (o di tutti quelli che hanno potere, tentazioni...) come mi sarei comportato? Sono così sicuro della mia incorruttibilità? O non vale per me la frase della nota canzone di De Andrè:'...Si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio...'? Il mio non è un invito a rubare, è un invito a trattenere la pietra in mano.  

Non è possibile

Rimmel è una delle canzoni che preferisco di Francesco De Gregori. Parlando recentemente con una mia compagna di liceo, questa sosteneva di aver ballato con me durante l'ultima festa della nostra storia di liceali, prima della maturità, proprio sulle note di Rimmel. Ricordavo vagamente la festa e certo non Rimmel tanto che le ho detto che si sbagliava, Rimmel era una canzone scritta senz'altro dopo. Sono andato ad informarmi e aveva ragione lei: Rimmel è del 1975, uscì proprio in quell'anno che segnò la fine del mio liceo. Quasi quarant'anni fa. Non è possibile!

La paura del futuro

Ieri sera ho visto un interessante programma, che ha ripercorso il dramma (a lieto fine) del calciatore Gianluca Pessotto. Nell'estate del 2006 si buttò dal balcone della sede della Juve a Torino, con un rosario in mano. Tornò in vita per un miracolo. Ascoltando la sua testimonianza, alcune affermazioni mi hanno fatto riflettere: la sua introversione, il suo continuo interesse per gli altri ("e così quando ho avuto bisogno io non sono stato capace di aiutarmi") e soprattutto l'ammissione della paura verso il futuro ("il futuro mi terrorizzava"). La paura del futuro. E' tremenda. E allora dico questo: chi non è in grado, per varie ragioni, di vivere con positività il futuro, chi è spaventato e non si sente in grado di arrivare nemmeno a sera, allora è molto meglio che si dimentichi del futuro, che non ci pensi e che viva ora dopo ora, un passo alla volta. Il futuro di chi ha speranza e mete da raggiungere è un orizzonte benevolo e ricco, ma il futuro può diventare davvero un ostacolo insormontabile.