mercoledì 18 luglio 2012

Auguri, Giacinto

Il 18 luglio del 1942 nasceva Giacinto Facchetti. Auguri, grande giocatore. Per quel poco che l'ho conosciuto io, posso dire che l'unica cosa discutibile di Facchetti era proprio il nome, Giacinto, un nome un po' stonato per un omone così. Per il resto, al gigante di Treviglio posso solo regalare la mia stima.  

Verso le Paralimpiadi di Londra 2012


Ammetto che non ho seguito molto le Paralimpiadi, come ammetto che devo un grosso grazie al mio amico giornalista Roberto Bof. Lui ha avuto la fortuna di seguire in loco le ultime Paralimpiadi, Pechino 2008, e mi ha regalato un libro fotografico davvero stupendo: 'PECHINO 2008 UN MONDO UN SOGNO' con foto di Michelangelo Gratton. L'ho ripreso in mano oggi e mi sono commosso. A detta di Roberto, quelle di Pechino furono Paralimpiadi organizzate davvero bene, un'esperienza emozionante, con ottimi risultati per gli atleti azzurri. Fra gli ori, quello di Maria Poiani Panigati nel nuoto 50 stile libero (foto in alto). 4 ori, 7 argenti e 7 bronzi per l'Italia. Ma questo conta relativamente. Il mio grazie va a questi atleti (che sgridano la mia indolenza) e a quanti (allenatori, sponsor, organizzatori...) credono allo sport per tutti e si impegnano per mettere in pista le belle parole.

Il racconto del mercoledì

Il racconto del mercoledì di questa settimana è in verità l'inizio del sesto capitolo del mio nuovo romanzo, finito ma in fase di profonda revisione. Quindi è tutto provvisorio, come la vita, sempre sul chi va là.



Capitolo sei



Il primo bacio fu due giorni dopo la serata in pizzeria. In piedi, davanti alla fermata del tram numero quarantaquattro. Milano sapeva di rotaie, di smog, di aliti pesanti da fumo e da fatiche mal digerite dopo una giornata di lavoro.
Non erano soli. Avevano parlato di tutto, anche di Dio. Roberta era stata distratta da una sua proposta di viaggio, la stava valutando mentre Romano cercava di presentargliela nel migliore dei modi.
La prima volta fu al principio di un triste tramonto metropolitana: nuvole vento freddo. Un freddo che s’attaccava addosso, che cercava il calore dentro vestiti d’altri. Furono persino banali (“Si gela!” disse Roberta. “Danno brutto per un po’ di giorni” disse Romano), per non far pesare i rari spazi di silenzio. E quando Romano le infilò le dita nei capelli e avvicinò il volto di lei al suo, lo piegò sulla destra e l’appoggiò alla spalla, e le sue braccia la strinsero tanto da sentire la morbidezza del suo seno, qualcuno fra i presenti, infreddoliti alla fermata del tram, pensò che quei due erano fortunati. Avevano trovato il miglior modo per scaldarsi. Un’invidia buona, commossa. Ma altri provarono invidia rancorosa, fastidio per quel giovane amore nascente e sfacciato. Una rabbia ronzante e pungente alla bocca dello stomaco, per il tempo passato e per le occasioni lasciate.
‘Sta morendo un giorno e sta nascendo una storia’, questa l’idea di Tazio Sacelli, un dipendente Asl in sosta alla fermata; contava i giorni, era prossimo alla pensione e nell’attesa scriveva poesie..........