giovedì 30 giugno 2011

Giorni intensi

Periodo davvero molto intenso per mio fratello Marco detto Moch o banjoman (anche se qui sta suonando il dobro). Domani si sposa sua figlia Marta (che è poi mia nipote) mentre martedì 5 luglio (ore 21, teatrino Santuccio di Varese, via Sacco, di fronte a Palazzo Estense) concerto di presentazione del nuovo cd 'Lights of your party'. Ingresso libero. Musica country-rock di qualità. Per chi ama il genere, una serata che merita.

mercoledì 29 giugno 2011

Marta e Fabio

E ora mi si sposano anche le nipoti (cioè figlie di fratelli). Venerdì 1° luglio, alle 11, nella piccola chiesa romanica di Santo Stefano a Bizzozero, Marta e Fabio si sposeranno. Poiché si vive alla giornata, per quella giornata auguro loro un cielo come quello in foto.

Pochi Pietri e tanti Paoli

Conosco pochi Pietri e tanti Paoli. Auguri agli uni e agli altri.

in foto: Roma, basilica di San Paolo fuori le mura

6° Memorial Fabio Aletti

A tutti gli Amici del Memorial Fabio Aletti

Carissimi,

“Gli Amici veri sono quelli che ci vengono dati dal Signore per camminare verso di Lui”.Al termine delle giornate del Memorial, la frase riportata sulle magliette esprime davvero il senso, il significato ultimo di ciò che il Memorial rappresenta per me, per la mia famiglia e per tutti quelli che in questi anni ci stanno accompagnando nel cammino di Speranza intrapreso dopo la nascita al cielo di Fabio.

Il sentimento che scaturisce dal nostro cuore è di sincera e gioiosa gratitudine nei confronti di tutti i partecipanti, giocatori e non : GRAZIE!!!

Aver visto un nutrito gruppo di ragazzi e adulti che con passione si sono messi all’opera dentro e fuori dal campo di basket, ci colma di gioia e ci invita ad andare ancora più a fondo dell’esperienza che stiamo vivendo attraverso il Memorial.

Esperienza di Fede, Amicizia e Solidarietà che sono i valori a cui Fabio ha sempre guardato come fondamentali per la sua crescita. Tali valori sono ritrovabili anche nello sport che diventa elemento educativo e come dice il Papa Benendetto XVI ”… aiuta l’uomo a percepire le proprie capacità come un talento e la sua vita come un dono di Dio.”

In questi giorni è stato sicuramente testimoniato il valore dell’Amicizia attraverso gli Amici delle “Vecchi Glorie”, sempre presenti con immutata passione, ma soprattutto attraverso i ragazzi che si sono “affrontati sul campo” e che nonostante l’immancabile delusione per una sconfitta, hanno alla fine lasciato prevalere sui loro volti il sorriso.

E’ il medesimo sorriso che grazie al vostro contributo potremo vedere sui volti dei bambini della Missione di Suor Giuseppina Riotti in Etiopia ed è il sorriso che abbiamo avuto la grazia di vedere sui volti dei genitori dei ragazzi che abbiamo ricordato e sentito particolarmente vicini a noi: Andrea, Fabry e Giuseppe senza dimenticare Giancarlo, Luca, Carlo ed Emiliano.

Stringendovi tutti in un affettuoso e sincero abbraccio vi diamo appuntamento al prossimo anno nella certezza che, ancora una volta, tutto ciò cha compiamo “ con le nostre mani, ma con la sua forza” (S.Benedetto) non smette di rinnovare la sorpresa per come Dio possa far germogliare il bene anche da un grande dolore.

Ancora Grazie a tutti e arrivederci al prossimo anno.

Attilio Aletti e fam.

Varese, 29 giugno 2010 Festa dei SS.Pietro e Paolo

IL RACCONTO DEL MERCOLEDI'

IL PORTASIGARETTE

Sono il portasigarette metallico, citato da Speri della Chiesa in una sua nota poesia. Dunque: intanto diciamo chi è Speri, prima di parlare di me. Speri è il massimo vate dialettale di Varese. Ora in sintesi la poesia, assai carina, a detta di molti: un tram, primi decenni del Novecento. Un gruppo di studenti seduti e una bella ragazza in piedi. Le viene offerto di sedersi sulle ginocchia di un giovane, accetta di slancio ma si rialza subito, arrossendo. Il suo nobile fondoschiena ha incontrato qualcosa di duro, lei sospetta e s’indigna, immagina e trasecola. Il giovane comprende l’imbarazzo ma ha pronto l’alibi: è il portasigarette metallico. Sono io, insomma. Un vecchietto vede la scena e aggiunge: “Si sieda qui, mia cara. E non si preoccupi. Da tempo ho smesso di fumare.” Immaginatevela in dialetto…uno spasso. Io sono quel portasigarette che, nel buio di una tasca, ha vissuto il piccolo dramma, l’imbarazzante equivoco. Ammetto che ho goduto nell’affondare in quel morbido sedere. Ma è durata poco. Peccato. Non sono qui a lamentarmi, tanto tempo è passato, dico solo che faccio parte di quella categoria di oggetti resi più o meno celebri da una poesia; cose persino rovinate da un verso, che li ha malamente caratterizzati, infangandoli per sempre. A me tutto sommato è andata bene, faccio parte della categoria oggetto di un equivoco. Grazie a me il giovane salva la faccia. Che poi, a ben vedere, che c’è di male se uno si eccita? La signorina avrebbe avuto motivo di vanto, più che di ritrosia. Grazie a Speri Della Chiesa Jemoli e al suo doppio senso, sono diventato per taluni oggetto di culto. Da quando il giovane mi ha portato alla luce sfilandomi dalla tasca, palesando la sua innocenza (innocenza di che?), sono diventato capostipite di una generazione di portasigarette da alibi.

Ma diciamola tutta. Io so una cosa che solo oggi, a decenni di distanza, mi permetto di rivelare, morto Speri, morto il giovane e defunta anche la signorina. Io c’ero, ho visto e sentito. Di duro c’era il mio metallo, e va bene, ma non quello soltanto!

Genio

Non sono un genio. Direte: la cosa è evidente. Già, ma un po' mi dispiace. A volte mi consolo pensando che i geni pagano a caro prezzo il loro dono: mal si adattano alla normalità, sono inquieti, ansiosi, non sanno gestire la loro superiorità, sono psicologicamente labili eccetera. Ma so che è una magra consolazione. E poi non per tutti è così. Ci sono geni che sono geniali anche nella gestione della felicità (e dei quattrini).

I buoni consigli

Stamani stavo salendo lungo la rizzàda delle Cappelle con la mountain-bike. Giunto in prossimità della 14^ Cappella, un viandante in discesa (con auricolari) si è fermato e mi ha guardato. Con il mio solito ottimismo, pensavo intendesse salutarmi (forse era un amico che non avevo riconosciuto) oppure lodare le mie qualità atletiche (come a volte succede) e invece il soggetto in questione, con viso sorpreso quasi si trattasse di un'apparizione, dice: "Ma qui non si va con la bicicletta!" Il tono è di rimprovero ma con sorrisino (eh eh, birbantello!!!), gli occhi sorpresi, al limiti dell'incredulità. Ci sono rimasto un po' male. Vorrei far notare che vado raramente in mtb e comunque solo in salita e mai quando c'è tanta gente. Inoltre il pellegrino solerte mi ha distratto mentre stavo pregando: probabilmente pensava che fossi concentrato nell'estasi atletica. Ho allora sentito cantare dentro di me Fabrizio De Andrè: "Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio. Si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio." Ciò mi ha rincuorato. Riflettendo mi sono però accorto che anch'io, sebbene di rado, dò buoni consigli. Quindi perdono di buon grado il pellegrino, svelto in correzioni fraterne. E ancora canta Fabrizio: 'Anche se voi vi sentite assolti, siete lo stesso coinvolti!?

martedì 28 giugno 2011

Dono?

Mi vado convincendo che il dono più desiderabile è la capacità di amare. Amare nell'accezione cristiana. No, perché c'è chi fa un unico calderone e ci mette dentro sesso, egoismo, narcisismo...e li chiama amore. No, no...qui intendo amare sino a dare a vita per i propri amici. Come si legge nel Vangelo. Ma vado altresì convincendomi che tale dono in realtà non è un dono, cioè un qualcosa che uno ha e l'altro no, affinché chi non ha voglia di sacrificarsi possa avere una scusa: io non ho il dono dell'amore. Niente affatto. L'amore è più paragonabile ad una cima da conquistare che ad un regalo da scartare. La capacità di amare va chiesta e ricercata. Bisogna pregare e operare. Nella vita ben poche cose di valore vengono regalate: men che meno la capacità di amare.

in foto: la croce della Cima Laurasca

O cavallina, cavallina storna....

Mi è capitata fra le mani una vecchia edizione dei Canti di Castelvecchio di Giovanni Pascoli. Sfogliandola ho visto la poesia 'La cavalla storna'. Immediato il ritorno al 1963. Frequentavo la seconda elementare. Mia mamma si alzava presto la mattina, verso le sei, per dare ripetizioni a mio fratello. Ero molto volonteroso allora, molto caparbio, così avevo deciso di alzarmi anch'io a quell'ora per imparare a memoria, dal primo all'ultimo verso, questa nota poesia pascoliana. A scuola ne avevamo imparate solo alcune strofe. Troppo poco per me, alunno che avrebbe voluto essere modello. Riuscii nell'impresa e da allora presi l'abitudine -mai persa- di alzarmi presto al mattino. Ora ho deciso di imparare di nuovo a memoria 'La cavalla storna'. Avrò la stessa caparbietà di allora? Forse ce ne vorrà anche di più, avendo ora meno memoria.

in foto: cavallina della Val Loana

lunedì 27 giugno 2011

Solo un miracolo

A meno che uno abbia una illimitata fede in Dio (tutto è grazia, tutto è dono) o sia talmente egoista e narcisista da considerarsi il centro dell'universo (ma sono eccezioni), per il resto di fronte ad un figlio non è raro pensare 'Mio Dio, cos'ho fatto!', posti di fronte alla grande responsabilità che deriva da una simile impresa creativa. E' comprensibile allora l'atteggiamento protettivo di molti genitori, come a dire: 'Guarda, scusa se ti ho messo in questa bolgia, ma non ti preoccupare, ti proteggo io...' E così il senso di colpa un po' si attenua. Ma se questo figlio (che non ha scelto di nascere) si ammala, e se addirittura muore in giovane età, come nel caso di Fabio Aletti (foto), allora davvero il dolore diventa assoluto, e solo un miracolo può far sopravvivere un padre e una madre.

Buon anniversario

La mia collega Maria Grazia (grande organizzatrice di eventi festosi, eccola infatti al pranzo di fine anno scolastico 2009-2010) festeggia oggi il suo anniversario di nozze. Auguri!

Grande Noemi

Dopo la duplice vittoria della ciclista Noemi Cantele ai Campionati italiani (gara in linea e a cronometro) non posso non ripubblicare questa foto, della serie 'In posa coi campioni'. Eccomi con Noemi alla fine del 2009, dopo le due medaglie conquistate dall'atleta di Arcisate ai Mondiali di Mendrisio.

domenica 26 giugno 2011

Antonio al microfono

Anche Antonio Franzi (a destra), noto giornalista espertissimo di basket, ha dato il suo contributo alla buona riuscita del Memorial Aletti, presentando da professionista le 'vecchie glorie'.

L'amicizia si rinnova

Ecco la frase scelta da Emanuela e Attilio per il 6° Memorial Fabio Aletti.

Giovani contro vecchi

Quando andavo all'oratorio, si giocavano le classiche partite 'giovani contro vecchi'. Oggi, al 6° Memorial Fabio Aletti, i giovani e i vecchi erano di lusso (foto).

Memorial Fabio Aletti

Il miracolo si è rinnovato. Grazie ai molti amici di Emanuela e Attilio, Fabio è tornato a giocare a basket.

in foto: le 'vecchie' glorie

La quotazione dei problemi

Di notte i nostri problemi valgono 1000. Già al mattino sono scesi a 700. Se poi usciamo di casa e ci guardiamo intorno, può darsi che i nostri problemi si deprezzino sino a valere quattro soldi.

in foto: il campo di basket all'aperto dell'oratorio Molina di Biumo Inferiore, dove ho mosso i miei primi (e unici) passi nella pallacanestro

Eileen e tutte quelle scale

EILEEN E TUTTE QUELLE SCALE

E’ davvero bello fare il prof. Si conoscono tanti ragazzi. Io ne ho incontrati a migliaia, in trentacinque anni di insegnamento. Mi piace vedere come va a finire il loro percorso scolastico, dove trovano lavoro, se si sposano e diventano genitori. Sono felice quando noto che si fanno strada, che sono contenti e realizzati. Cerco di mantenere i contatti (non con tutti, ovviamente) e in questo caso internet (soprattutto facebook) mi è di aiuto. Lunga premessa per dire che ultimamente vedo spesso una mia ex alunna del corso C, Eileen Ghiggini. E la vedo sorridente e operosa farsi largo, meglio, salire e scendere le ripide scale della Galleria Ghiggini di corso Matteotti (ingresso da piazzetta Albuzzi), la storica galleria nata nel 1822 (dal lontano parente Eugenio) come ditta di verniciatura e decorazione, ed oggi nota galleria d’arte di Varese. Ci siamo incontrati ieri, in occasione del Premio Ghiggini Arte Giovane, una bella iniziativa voluta da Emilio Ghiggini (papà di Eileen) per dare spazio all’espressione artistica di chi è ai primi colpi di pennello. Eileen...se stessi scrivendo un tema direi – ‘Me la vedo piccola alle medie, carina, bionda ed ora eccola cresciuta…-no no, diciamo che Eileen sta completando un lungo percorso di studi, ha preso seriamente la via di suo padre e intende continuare in Galleria Ghiggini. Scelta rischiosa perché –come dice Emilio- la crisi si sente anche nel mondo dell’arte, i costi sono elevati, tenere aperta una Galleria così, in pieno centro città, non è uno scherzo. Ma Eileen non molla e intende mantenere alto il livello di uno spazio prestigioso, che ha visto mostre di Fattori, Picasso, Marino Marini, Baj, Ortelli e via elencando. Papà Emilio, quando Eileen era alla Vidoletti, mi regalò una decina di picoglass; mi servivano per la galleria fotografica che si trova in palestra. Ogni tanto mi fermo, guardo quelle immagini sportive di anni passati, tutti quei sorrisi…e sorrido anch’io

La Provincia di Varese domenica 26 giugno 2011

Santa Maria del Monte sopra Varese

Per vari motivi questa domenica Carla ed io abbiamo dovuto rinunciare alla nostra passeggiata domenicale. Peccato: la giornata era stupenda. Avevamo in mente il Monte Limidario (o Gridone): sarà per un'altra domenica. In compenso siamo riuscito a fare almeno la classica passeggiata dei varesini, la salita alla Madonna del Monte. Da Sant'Ambrogio (m 460 slm) al Santuario (m 883) sono oltre 400 m di dislivello, passando per Fogliaro, Oronco, via Conventino e poi su, per le 14 Cappelle. Un consiglio, soprattutto se affrontate l'ascesa di domenica: fatela al mattino presto. Alle 8 noi eravamo già in cima. Silenzio, panorama, luce. Molti varesini salgono al Sacro Monte, ma molti altri no. Soprattutto i giovani 'snobbano' questo paradiso a portata di mano, una passeggiata salutare, per il corpo e lo spirito.

in foto: la 14^ Cappella e il centro città

sabato 25 giugno 2011

Annalisa vince il Ghiggini Arte Giovani

Annalisa Fulvi, nata a Milano nel 1986, è la vincitrice della Decima edizione del Premio Ghiggini Arte Giovani. La premiazione stamani. Ecco la vincitrice con il neo assessore alla Cultura del Comune di Varese, Simone Longhini. "Nel mio lavoro artistico vi è un forte legame con la realtà urbana in cui vivo e con la società con cui mi confronto" dice fra l'altro Annalisa.

Avanti così!

Tanti auguri, cari Gabri e Marco (a sinistra, con gli amici Fausta e Bruno), buon anniversario di nozze, a pochi giorni da altre e più giovani nozze!

venerdì 24 giugno 2011

Avete, per caso....

Avete per caso un mal di testa che vi spacca il cervello? Oppure un grave lutto in famiglia? O una forma depressiva che vi distrugge? Poiché immagino e spero che la risposta della maggior parte di voi sarà un bel no, e allora via..tutto il resto è routine, è debole acciacco che fa parte del conto. I piccoli dolori e i modesti dispiaceri si superano di slancio. Su queste giornate deve splendere sempre il sole.

La pasticceria Marcolini

Sono particolarmente legato a questa fettina di centro varesino. Siamo in via Albuzzi, dove spicca l'artistica finestra, esempio di gotico lombardo (se non erro). Dove ora apre una libreria stava la pasticceria Marcolini. Mio padre ha lavorato lì negli anni Cinquanta, Sessanta. Ebbene, qui ho fatto le mie prime esperienze lavorative. Facevo le elementari. Mettevo i pasticcini nei pirottini, riempivo cannoncini con la crema, pulivo qua e là, di tanto in tanto rubavo qualche dolce. Lì è nata la mia golosità. Le figlie del padrone, di qualche anno più vecchie di me, facevano girare i dischi dei Beatles. Ricordo soprattutto Michelle. E allora io, non visto da mio padre, mettevo in testa un cestino di vimini (per imitare la tipica capigliatura dei Beatles), prendevo in mano una scopa di saggina (era la mia chitarra) e cantavo cantavo cantavo.

giovedì 23 giugno 2011

L'amore ai tempi di Roma

Una mia cara amica, romana di nascita, varesina d'adozione, mi ha regalato questo detto romanesco sull'amore: Se pò campà senza sapè perché, ma nun se pò campà senza sapè per chi!'
Non male.

Buon 23 giugno

Auguro una buona giornata a tutti gli amici, che mi incontrano tramite il blog o fb. Ammesso che il sistema di conteggio del blog sia valido, ogni giorno registro dai 150 ai 500 contatti sulle mie pagine. Tenuto conto che qualcuno verrà anche più volte al giorno, altri saltuariamente, credo di poter contare su una duecento lettori 'fedeli', più altri di passaggio. La qual cosa mi rallegra. Un piccolo pubblico di amici, che va aumentando. Ci si tiene compagnia. Si condivide la vita, questa sconosciuta!

in foto: alba sul mare Adriatico

mercoledì 22 giugno 2011

Maroni l'arciere esaurito

Oggi ho scoperto che il mio libro 'Maroni l'arciere', uscito nel maggio del 1994 (pochi giorni dopo la nomina di Roberto Maroni Ministro degli Interni, primo mandato) è praticamente esaurito. Non si trova più nemmeno dall'editore. Ne ho pochissime copie io, e stop. L'ho scoperto perché mi ha chiamato una giornalista de IL FOGLIO, dicendomi che aveva cercato quel libro dappertutto (anche presso l'editore Lativa) ma nessuno l'aveva più. Devono fare una serie di articoli su Bobo Maroni che, come si sarà notato, sta vivendo una stagione di particolare notorietà. Qualcuno lo vede come prossimo presidente del Consiglio. E così, adagio adagio, si sta avverando quanto da lui scritto sulla mia copia personale del libro: 'E vedrai quando sarò Presidente della Repubblica'.

IL RACCONTO DEL MERCOLEDI'

LA STECCA

La commozione genera dal cuore e sale, prende la gola, il naso e negli occhi diventa lacrime: a questo pensò mentre la musica, lenta, riempiva la chiesa e la sua voglia di mistero. Un giovane organista sfiorava con le dita i tasti, coi piedi senza scarpe i lunghi pedali di legno. Regalava note che si univano a parole in inglese, un canto d’introduzione, un corale che non sfigurava in quella chiesa, anche se avrebbe preferito liturgie protestanti, in edifici di culto del nord Europa.

Chiuse gli occhi per evitare che la musica e il canto perdessero parte della loro efficacia; non voleva lasciarsi distrarre dai molti fedeli presenti, dagli addobbi floreali dell’altare, dalla curiosità su chi avrebbe celebrato. Accettò, gradito, solo il profumo d’incenso, nuvola che dall’altare e dal cero pasquale si disperdeva nella navata.

Se apriva gli occhi, tenendo il capo volto verso l’alto, incontrava la nuca dei bassi e dei baritoni, e ancora più su il crocifisso, sproporzionato. Troppo piccola la testa incoronata di spine rispetto al tronco e alle gambe massicce. Il volto del Cristo sofferente pendeva in avanti. Fosse stato vivo, il crocifisso avrebbe visto la mensa e i sacerdoti intorno all’altare.

Avrebbe voluto la concentrazione assoluta, il distacco da ogni pensiero che non fosse il bisogno di mantenere viva la commozione: perché gli ammorbidiva il cuore e gli regalava l’impressione che avrebbe potuto diventare più generoso, più buono, amante come il Salvatore, messo in croce per noi. Ma se chiudeva gli occhi, le distrazioni giungevano dal di dentro. Una in particolare era ricorrente e fastidiosa: perché si lasciava commuovere da quel canto in musica e non da uno dei tanti sofferenti, che incontrava sul ciglio della strada o nelle notizie televisive? Ma un’immagine era ancora più violenta: anche i nazisti, nei lager, si commuovevano ascoltando musica classica, restando gelidi come il marmo di quell’altare davanti alla loro crudeltà senza perdono.

Così riapriva gli occhi, preferendo pensare che proprio quella musica e quel senso di pace lo avrebbe reso capace di gesti caritatevoli; il cuore di pietra mutato in cuore di carne grazie a quegli occhi lacrimevoli. Sollevò gli occhiali al di là delle sopracciglia, si passò gli occhi con il dorso della mano, col fazzoletto soffiò il naso.

Avrebbe voluto un canto eterno. Il coro non sbavava, l’organista centrava ogni nota, nessuna stonatura incrinava l’armonia del prologo di quella solenne celebrazione eucaristica.

Era felice: di credere (una fede dubbiosa e fedele) e di aver scelto quella chiesa per la Veglia Pasquale.

Rari colpi di tosse disturbavano la pace di quel canto. Fu nuovamente distratto dal pensiero che qualche imbecille avrebbe fatto suonare il ritornello del telefono cellulare. Dovette accettare di avere una mente che non gli obbediva, pensieri vaganti e dispettosi che indispettivano il suo bisogno di distacco.

Lentamente, come avevano esordito, la musica e il canto si spensero, lasciando nella chiesa un silenzio, ferito da piccoli rumori in sottofondo.

Ora toccava al celebrante.

Eppure glielo avevano detto, e più di una volta. Quel sacerdote aveva il malvezzo di scandire le parole con eccessiva velocità. Col rischio di mangiare le sillabe. Pezzetti di parole che si smarrivano nella sua foga d’arrivare alla fine, per non far durare troppo la celebrazione o per altri motivi che nessuno sapeva.

Lo avevano avvisato, ma un uomo in abito talare non è stato educato ad obbedire, se non al suo vescovo o al Papa.

In quel silenzio d’attesa, cessata la musica, muto il celebrante, lui aveva preso il foglio della liturgia e aveva anticipato la lettura che spettava al prete: ‘Esultino i cori degli angeli, esulti l’assemblea celeste. Per la vittoria del più grande dei re, le trombe squillino e annuncino la salvezza.’

Il sacerdote partì e questo regalò all’assemblea dei fedeli, con voce squillante: “Esultino i cori degli angeli, esulti l’assemblea celeste. Per la vittoria del più grande dei re, le trombino….e annuncino la salvezza.”

La breve pausa, frutto di consapevolezza, accentuò nei presenti la percezione che ci si trovasse davanti ad una stecca clamorosa.

Lui se ne accorse. Si guardò intorno. Vide due ragazze del coro, giovani e carine, che si guardavano negli occhi e sorridevano. In quelle labbra malizia e divertimento.

Guardò verso il possente crocifisso, che pendeva sopra il prete. Il Cristo, potendo, se lo sarebbe mangiato.

martedì 21 giugno 2011

Solstizio d'estate

E' il solstizio d'estate. Mai tanta luce come oggi in tutto il 2011. E allora godiamocela!

in foto: Grigna settentrionale e meridionale, dalla cima del Monte Grona

E anche se....

E anche se ci impegnassimo al massimo per sopportare il malanno che ci ha raggiunto, ricordiamoci che c'è chi vive malanni ben peggiori dei nostri...E anche se, con uno sforzo notevole di mente e cuore, raggiungessimo un gradino superiore di resistenza al dolore, pensiamo che siamo ancora dei dilettanti...e se davvero mettessimo tutto noi stessi per resistere ad una prova che ci pare superiore alle nostre forze, non dimentichiamoci mai che, in quello stesso istante, qualcuno sopporta una montagna, se la nostra è una collina...e anche se davvero ritenessimo di aver toccato il fondo, tanto da dover dire 'oltre non vado', ebbene, c'è chi sorriderebbe alla nostra previsione, costretto dentro un dolore disumano...perché è il più vasto fra gli oceani quello del soffrire....ed è prova del soffio divino in noi, la capacità dell'uomo di resistere a prove inenarrabili.

in foto: vela sul Lario

Tricolore

Sventola un piccolo tricolore sul balcone della mia vecchia casa di viale Belforte, dove vive solo (da vent'anni ormai) il mio 'vecchio'. Non m'aspettavo questo amor patrio da parte di mio papà. Ieri ci sono passato per caso, da tempo non entravo al quartiere Garibaldi (già Costanzo Ciano). Un quartiere abitato, per lo più, da fratelli extracomunitari. Il mio 'vecchio': qualche piccolo acciacco gli sta facendo 'ascoltare' la voce sgradita della solitudine, il silenzio che si anima di pensieri tristi. Il mio 'vecchio'...che resiste se non come una quercia, almeno come un platano cittadino, scorticato dal tempo.

lunedì 20 giugno 2011

Camoscio femmina

Dopo confronto con il mio amico Enrico, il dubbio è sciolto: trattasi di camoscio femmina (quello che ho fotografato ieri vicino al Monte Grona). "Le femmine" dice Enrico "hanno il collo un po' più allungato e le corna un po' più sottili rispetto al maschio. Se poi c'era un piccolo, dubbi non ce ne sono." E in effetti erano in due.

La Giuria ha deciso

Positiva riunione questa sera della Giuria del Premio Chiara per inediti (della quale mi onoro di far parte). Ampia discussione e scelta fatta, senza dissapori e litigi da primedonne. Poi, una bella cena al Ristorante Bologna. L'esito del nostro voto avrà pubblica comunicazione il 1° luglio, all'eremo di Santa Caterina del Sasso.

in foto, da sinistra: Michele Mancino (giornalista VareseNews), Andrea Fazioli (giornalista Radio e Televisione della Svizzera Italiana), Carlo Zanzi (di tutto un po'), Bambi Lazzati (segretaria del Premio), Federico Bianchessi (giornalista La Prealpina). Assente giustificato: Federico Roncoroni

Vele

Regata sul lago di Como. Sembrano tante pinne di squali bianchi.

Il dottor Andrea

Questa è Bellano, vista dal rifugio Menaggio. E' il paese lariano del mio amico scrittore Andrea Vitali, qui ha ambientato molti suoi romanzi. Andrea è del '56 come me, al mattino scrive (sempre a matita), al pomeriggio fa il medico di base. Fra me e lui una differenza fondamentale: lui vende migliaia di copie dei suoi romanzi. Però fuma troppo (e come medico non è un buon esempio). Un giorno un critico letterario mi ha detto: "Tu però, caro Carlo, sei più bello!"

domenica 19 giugno 2011

In memoria di Giovanni

ASSERRAGLIATI SUL CAMPANILE

Salendo stamani in bici al Campo dei Fiori me lo sono trovato davanti, che camminava, insieme all’amico Gerosa. E non poteva essere altrimenti, perché il mio amico Giovanni Cerutti, tutte le domeniche, saliva a piedi al Campo dei Fiori. Sì, anche ad 85 anni, anche pochi giorni prima di morire, dopo una breve e irrimediabile malattia. Qualche giorno fa il funerale, nella nostra Sant’Ambrogio. Di lui l’ex parroco don Giuseppe Cattaneo (che ha tenuto l’omelia durante le esequie) ha detto ciò che avrei detto anch’io: uomo esemplare, dal sorriso buono, dalla generosità svelta (‘Arrivo subito!’), padre e marito devoto, uomo di fede, parrocchiano sempre attento alle necessità dei più bisognosi, vicepresidente della scuola materna ‘Gianna Beretta Molla’..insomma, un lungo elenco di buone qualità e di talenti ben spesi, al servizio della comunità. Ma don Giuseppe non ha citato un aneddoto che io avrei citato; perché Giovanni Cerutti è stato anche un uomo politico, un esponente della Dc che non ha fatto una gran carriera in giacca e cravatta (non era nelle sue intenzioni) ma ha dimostrato che bene celeste e bene terreno si possono conciliare. E poi l’aneddoto. Nel primo dopoguerra, quando all’eccitazione della fine dell’incubo bellico si univa l’ardore giovanile, Giovanni (insieme ad altri santambrogini doc, fra i quali Natale Gorini) aveva escogitato un piano: salire sul campanile e far suonare le campane, nel bel mezzo di una proiezione cinematografica all’aperto, in piazza Milite Ignoto, organizzata dai comunisti. E così fecero, più volte, obbligando i ‘rossi’ ad interrompere le riprese. Ma gli uomini di Stalin non furono certo concilianti, e attesero ai piedi del campanile la discesa dei buontemponi della Dc. Che furono dunque costretti a passare la notte asserragliati sulla torre campanaria, in attesa che sorgesse il sole e che la gente del Pci andasse al lavoro, liberando l’uscita.


La Provincia di Varese domenica 19 giugno 2011

Rifugio Menaggio-Monte Grona

Una bella passeggiata davvero. Due ore circa di auto (Varese-Lugano-Porlezza-Menaggio-Plesio-Breglia e si lascia l'auto ai Monti di Breglia. Siamo già a 1000 m). In un'oretta si arriva al Rifugio Menaggio (m 1400). Altra oretta e si arriva al Monte Grona (m 1736).

In foto: il rifugio Menaggio e il Monte Grona.

Il lago di Lugano

Porlezza e il lago di Lugano, dalla cima del Monte Grona.

Assaggi di panorama

Bellagio e il ramo di Lecco, poco prima della cima. Sulla sinistra la Grigna.

Capriolo o camoscio?

E poco prima della cima del Grona, anche questa sorpresa: camoscio o capriolo? Io direi camoscio, ma non sono un grande esperto e affido all'amico Enrico il compito di sciogliere il dubbio.

In cima al Monte Grona

Dopo due ore di cammino e circa 800 metri di dislivello, eccoci in cima al Monte Grona (m 1736). Panorama eccellente.

sabato 18 giugno 2011

Essenziale

Ho sentito di recente da Zucchero Sugar Fornaciari la seguente frase: "Vabbè, io sono un musicista, però non si può vivere senza musica." In effetti è vero: la musica è essenziale, ci accompagna, ci insegue, ci precede, ci commuove, ci distrae, esalta le immagini, colora il buio, consola, rilassa..nella Bibbia non sta scritto che Dio creò la musica, ma era sottinteso. Era ovvio. Creando l'uomo pieno di bisogni, non poteva lasciar fuori la musica.

in foto: Moch (della Piedmont Brothers Band) al dobro

Distrarsi

Dovremmo avere maggior stima, considerazione e gratitudine verso i comici, capaci di farci ridere. A pensarci davvero seriamente, la vita non è che il tentativo di distrarsi da alcuni pensieri. E mentre ridiamo non pensiamo. Il sorriso è una benefica scarica di felicità.

in foto: pizzata di ieri sera con la 3B alla Pizzeria della Motta

venerdì 17 giugno 2011

Memorial Fabio Aletti

Ci sono ancora posti per squadre di basket 3c3 al Memorial Fabio Aletti. Iscrivetevi. Lo dico anche ai miei alunni (foto), che so lettori di questo blog. Queste le categorie: under 14 (1997-98); under 15 (1996-97); under 17 (1994 e 95); under 21 (1990/91/92/93 + 1 1989).

Programma:
23 giugno-20.30 under 17
24 giugno-20 Santa Messa 21 under 21
25 giugno-15 under 14 e 15 18 under 17 e under 21
26 giugno- 10 Santa Messa 11.30 Quadrangolare Minibasket 13 Pranzo 16 Finali 17 Partita vecchie glorie 18.30 Premiazioni

Gli incontri si svolgeranno presso l'Oratorio di Biumo Inferiore

Come ci si iscrive: 30 euro a squadra
Presso Cartoleria Andreoni, Oratorio di Biumo Inferiore, Cameli, Cartoleria Piatti

Info Attilio Aletti 335.1384111
www.memorialfabioaletti.it

Pedalata notturna

Tutti a Biumo Inferiore sabato 25 giugno, ore 20: partirà la tradizionale pedalata notturna, in occasione della Festa patronale dei Santi Pietro e Paolo. Una pedalata che ha una sua storia, voluta dal dinamico parroco don Pino Tagliaferri. I primi anni veniva persino il mitico Vincenzo Torriani, direttore del Giro d'Italia, amico di don Pino. Per iscriversi basta rivolgersi al negozio Cameli di via Cairoli o alla Pasticceria Brenna di piazza XXVI Maggio.

Grande Marco

Grande prestazione sportiva del mio amico e collega Marco Ghiringhelli. Giovedì 16 giugno (cioè ieri), a Francoforte, è arrivato terzo ai Campionati Mondiali di judo master, età 55/60, peso kg 60. A dispetto degli anni (Marco è del 1955), continua ad allenarsi con costanza e ad ottenere prestigiosi allori. Già Campione Europeo nel 2003 in Ungheria e nel 2006 a Praga, il maestro cintura nera Ghiringhelli ha sfiorato il titolo iridato. Ma ritenterà..di sicuro.

giovedì 16 giugno 2011

Il ricordo

Volevo rivivere la bella serata del 18 gennaio 1993, data del primo Consiglio comunale che seguivo da giornalista per il settimanale Luce. Per me era tutto nuovo e tutto interessante. Sindaco Raimondo Fassa, e un Salone Estense che, dei personaggi di allora, ha ritrovato ben poco. Di certo due che vedete in questa foto, gli assessori Sergio Ghiringhelli (a sinistra) e Fabio Binelli (a destra), probabilmente i soli presenti anche quel 18 gennaio. Per questo stasera sono tornato in Salone Estense, dopo un po' di anni di assenza. Il fascino della prima. Tutti in giacca e cravatta, molto pubblico, sorrisi e foto. Anche le mie. Ma fare l'assessore e il consigliere è un mestiere non così divertente e gratificante. Richiede pazienza e competenza. Ho seguito il Consiglio comunale di Varese per oltre 10 anni. Ne so qualcosa. Auguro al sindaco, a tutti gli assessori e a tutti i 32 consiglieri di lavorare soprattutto per il bene nostro.

Simone alla Cultura

E' stata per me una delle sorprese maggiori, in quanto ad assessori. L'avevo lasciato qualche anno fa (quando ancora seguivo il Consiglio comunale) dalla mia parte, cioè dalla parte della stampa e me lo ritrovo nel settore opposto del Salone Estense, seduto al 'banchetto' della Giunta: Simone Longhini, volto noto di Rete 55, neoassessore alla Cultura. Dice: "Abbiamo avuto un taglio dell'80% dei fondi destinati alla Cultura." Cosa potrà fare il povero Simone?

Carlo e Attilio

Ed eccoli il sindaco riconfermato, Attilio Fontana, e il suo vice (nonché assessore) Carlo Baroni. Buon lavoro anche a voi. Ho notato che in Giunta abbiamo ben due Carli, un nome, una garanzia.

Dal volley alla giacca

L'avevo lasciato in maglietta e pantaloncini, alla partita di volley della Vidoletti, e me lo ritrovo in giacca e cravata, neoassessore alla Polizia Urbana (qui con la neoassessore Piazza). Si tratta di Carlo Piatti. Buon lavoro, caro Carlo.

Luisa e Maria Ida

Ecco le due sole donne fra Consiglio e Giunta di Palazzo Estense: la giovanissima Maria Ida Piazza, assessore allo Sport, e Luisa Oprandi, consigliere di minoranza, candidata sindaco che ha dato del filo da torcere al nostro rieletto borgomastro.

Che afa!

Perché mai mi trovo spesso a parlare di vecchiaia? Non certo perché mi senta vecchio. E' che per vari motivi mi trovo a dovermi confrontare quotidianamente con questa età conclusiva, dalla quale vorrei per contro scappare lontano. Oggi, per esempio, avevo deciso di farmi una corsetta rilassante in Villa Toeplitz. Sì, c'erano anche dei bimbi, ma erano presenti soprattutto anziani (con badanti e non), seduti, per lo più silenziosi se non addormentati, in attesa non si sa di che. Anzi, si sa benissimo. Uno di questi mi ha colpito particolarmente. Era andato a sedersi in pieno isolamento, vicino al campo delle bocce, all'ombra benché non ci fosse sole. La prima volta che sono passato al suo fianco era muto e triste. La seconda stava parlando al cellulare con un suo coetaneo (immagino) e gli ho sentito dire: "Sì, hai un po' di depressione...ti senti solo? Siamo tutti soli..." La terza volta che ho corso vicino a lui l'ho sentito lamentarsi: "Che afa della Madonna!" diceva a se stesso. Ho aumentato il ritmo della corsa. Via... via....

in foto: Natale Gorini, grande vecchio varesino, non certo depresso

Ora anche il dobro

Oltre a chitarra e banjo, mio fratello Marco ha imparato a suonare, da autodidatta, anche il dobro (foto). Potrete sentire lui e la Piedmont Brothers Band dal vivo. Due date sono già state fissate. Il 5 luglio a Varese (sala ancora da definire) e il 6 luglio a Milano (Teatro Sala Fontana ore 21.15). Eccezionalmente ai due concerti sarà presente anche Ron Martin, l'amico americano di Marco, autore di alcuni brani del cd, ottimo cantante, colui che insieme a Marco ha dato vita a questo incredibile progetto: unire le due sponde dell'Oceano, formando una band del tutto originale. Per prenotare i biglietti di Milano, al prezzo di 15 euro: marcozanzi@tin.it

Un disco per l'estate

Motivo di gioia per mio fratello Marco (e anche per me), il nuovo Cd della Piedmont Brothers Band (foto), 'Lights of your party', è stato scelto dalla rivista Tempi come disco per l'estate, sarà in vendita allegato alla rivista e in 18.000 copie girerà in alcune catene alberghiere. Molto bene. Il cd è in due versione, quella americana (foto), in vendita a 15euro, realizzato dalla prestigiosa North Carolina Flyin' Cloud Records (la musica della Piedmont è country-rock), e quella italiana (10 euro). Per prenotazioni: marcozanzi@tin.it

Le cartellette

Da una terza media ho ricevuto, gradito dono, questa cartelletta personalizzata (vedi bici). Per me le cartellette di cartone hanno un significato particolare. Ne ho almeno una quarantina, di tutti i colori. Ad ogni cartelletta corrisponde un libro pubblicato, li conservo il testo, le recensioni, le lettere dei lettori, le lettere per trovare l'editore, gli inviti alle presentazioni...e quindi sono una trentina; poi ho quelle degli inediti; poi ho la cartelletta delle lettere (fra le più care, quella dello scrittore Ignazio Silone, del Cardinale Carlo Maria Martini...). Insomma, apro l'armadio in anticamera e mi si para davanti la policromia dei miei scritti. Una parte importante di me. Come utilizzerò la nuova cartelletta? Vedremo.