domenica 7 giugno 2009

Fischi



La ministra della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, è stata clamorosamente fischiata alla cerimonia di apertura dei Giochi Sportivi Studenteschi, al teatro romano di Ostia antica. La cosa mi ha fatto un po' dispiacere. Povera, in fondo credo che ci metta tanta buona volontà. Io però, da docente, vedo gli effetti reali della sua riforma. E allora qualche fischio se lo merita. Parlo di medie inferiori. Più alunni per classe, riduzione dei docenti. I voti, poi, di per sè non sono male. Ma si deve sapere che (stando alle attuali disposizioni) il 5 in condotta (che porterebbe alla bocciatura) lo si può dare solo a chi ha avuto almeno 15 giorni di sospensione. Evento rarissimo. Per la promozione, poi, un alunno non deve avere nemmeno un 5 in pagella. Se si fosse coerenti, dovremmo bocciare il 60-70% dei ragazzi. Così si è costretti ad alzare il voto, in sede di scrutinio. Gran bella riforma. Seria ed efficace.

Si vota



Si vota. Per l'Europa che verrà. La nostra 'vecchia' Europa non sarà un Eden, ma è meglio di altri continenti. In quanto al voto, non dirò quale sarà il mio. Fra l'altro, non mi va di essere giudicato 'per partito preso'. Posso però dire che ho sempre votato, che non ho mai lasciato nell'urna una scheda nulla o bianca, e che sono sempre stato fedele ad un certo 'orientamento'. Non ho mai fatto 'trasvolate' da destra a sinistra.

Inganno

L'inganno della malattia, soprattutto di un certo tipo di malanno, sta nel farti credere che il compito dell'esistere sia un compito per noi troppo gravoso. Addirittura impossibile. Ma è solo un miserevole trucco, un crudele inganno che va smascherato e sbugiardato. Ci sono ancora molti viaggi da intraprendere. Si prenderà ancora il largo. Si raggiungerà infine con profitto l'ultimo porto... lontano, ancora molto molto lontano.

Un quarto

Vorrei dire una cosa ai miei coetanei, diciamo a gente fra i 50 e i 55 anni. Non abbiamo più tutta la vita davanti. Nè metà. Se tutto va bene ci resta un quarto, perché gli altri tre li abbiamo già bruciati. Certo, noi ci diciamo che si vive alla giornata, che non si fanno certi calcoli eccetera, e in cuor nostro speriamo di vivere più di cent'anni, ma statisticamente e ragionevolmente ci resta un quarto, parte del quale non proprio entusiasmante. Al che, se abbiamo qualcosa da fare, facciamola al più presto. Direi subito. Qualcosa che ci tolga qualche rimpianto senza regalarci rimorsi, o rimorsi di intensità inferiore alla sofferenza di rimpianti inguaribili.
Coraggio.
Annusare in perfetta e melanconica inattività l'odore della vita che brucia non è un buon affare.