domenica 5 febbraio 2012

Te ne fai 'na pèll


Ieri sera ho fotografato il tramonto al Brinzio e stamani, alle 8.40, ero già lì a fotografare l'alba della nuova domenica. Del resto questo per me è il tempo di un po' di sci, e non posso sprecare l'occasione di questa neve stupenda. Potrebbe durare anche tutto febbraio, ma se arriva il caldo la neve se ne andrà presto, lasciando i prati liberi di accogliere la primavera. Stamani ho voluto esagerare, 5 giri, 20 km, e verso la fine ero stanco e ho sentito la voce di mia madre che diceva quando, da bambino, tornavo sudato dai giochi (che per me non erano certo giochi in scatola): "Carlo, te ne fai 'na pèll!" Avevo le ginocchia sbucciate, le mani sporche, una gran sete e fame ed ero soddisfatto di come avevo usato il mio tempo. 'Ne hai fatta una pelle', tipica espressione dialettale: se qualcuno mi sa dare la spiegazione del perché si dica così per indicare che uno ci ha dato dentro, lo ringrazio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post, che condivido in pieno. Pur essendo di un'altra generazione, mio nonno spesso usava dirmi la stessa frase in dialetto quando tornavo a sera dal giardino. Oggi una delle mie maggiori aspirazioni è quella di riuscire di tanto in tanto (lavori e impegni permettendo) a vivere qualche giornata altrettanto intensa sul lato fisico di quelle vissute nell'infanzia. Credo che l'espressione significhi "ci hai dato dentro così tanto da consumarti uno strato di pelle", forse nel senso di "sudare uno strato di pelle", un po' come in italiano si usa dire "sudare sette camicie" o, in modo un po' più cruento, "sudare sangue". Comunque sia, l'importante è darci dentro!

carlo ha detto...

grazie, caro anonimo, per il tuo contributo....sì, l'importante è darci dentro....consumarsi 'godendosi' la vita, apprezzando il bello...e ritagliati qualche spazio per farne una pelle..si vive una volta sola!