venerdì 14 agosto 2009

Zuccherino

Che poi alla fine è uguale per tutti: riuscire a dare uno zuccherino alla ragione e alla coscienza. Tenerle buone, almeno per un po'. Uno si accontenta dei consigli della nonna o di un vecchio prete, quell'altro deve leggersi tutta la storia delle religioni, la Bibbia Marietti, la filosofia universale, tutta la Treccani, dipende dai gusti, ma ciò che conta è il risultato finale. Credo comunque che per tutti valga un atto di umiltà: so di non sapere. Gli intellettuali fanno più fatica, perché sanno di sapere, o almeno lo presumono, o quanto meno vorrebbero sapere molto se non tutto. Michelangelo (che fra le molte cose progettò anche er cupolone) non era certo un tipo che s'accontentava della prima impressione, del primo parere raccolto. Era un inquieto. E la sua rabbia spesso era vero e proprio furor, lo scalpello diventava rovente, la voglia di perfezione rendeva arduo placare mente e cuore, ragione e coscienza.

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