mercoledì 5 dicembre 2007

La firma


Ho voluto mettere anche la mia firma, di fianco alla foto, sul lenzuolo appeso dai suoi alunni allo Scientifico, per ricordare il mitico prof. Franco. Quest'oggi, ai funerali, una folla imponente. Non sono neppure riuscito a salire la scalinata della chiesa di Avigno. Stavo in basso, col sole negli occhi, pensando e pregando. Poi ho pedalato sino al camposanto di Velate, dove Franco è stato sepolto. Quando la cassa è scesa nella terra ferita dallo scavo, non ho avuto il coraggio di guardare in faccia la moglie Manuela e i figli, che stavano di fronte a me. Sulla cassa fiori e una maglia sportiva, con scritto Franco e tante firme. Molti fra i presenti tenevano in mano un foglio con foto a colori e la scritta: Ciao, prof. Perché -mi domando- è necessario che la morte ci sfiori così da vicino per scoprire (meglio, per valorizzare) l'essenziale, la necessità di rapporti teneri e calorosi, la priorità della pace interiore rispetto alla fretta e allo stress? Ci perdiamo nel bicchier d'acqua delle cose secondarie. Anneghiamo nella banalità di litigi ridicoli. So che Franco era esperto di calcio. Non so come se la cavasse col nuoto. So che ora ci sta insegnando a nuotare, per non annegare nella nostra stupidità.

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