lunedì 30 aprile 2012

Manutenzione

Agli inizi del 2010 abbiamo acquistato quest'auto, che dopo pochi giorni (credo di aver stabilito un record) è stata investita da un camion (vedi foto), non per colpa mia. Naturalmente l'abbiamo rimessa subito a nuovo, per nascondere la ferita. Poco dopo un posteggio maldestro di mia figlia ha gravemente acciaccato una portiera, ma non l'abbiamo fatta sistemare e da due anni andiamo in giro con l'auto 'ferita.' Per vari motivi, anche economici, ma almeno per me vi è un'altra ragione 'filosofica': abituarsi ad un mondo acciaccato. C'è stato un tempo della mia vita durante il quale aspiravo alla perfezione, in tutto, quindi ero stressato perché -come è noto- la perfezione non esiste e il rincorrerla può essere molto dannoso per la salute. Oggi non dico che ignoro del tutto una seppur minima e necessaria manutenzione delle cose, ma lascio correre su molto, accetto che il rubinetto perda un po', che l'auto sia ammaccata, che le pareti non perfettamente imbiancate, che il collo della camicia un po' sciupato. Lo sappiamo in partenza: è una scelta perdente quella di tentare una manutenzione continua, puntuale, sicché nulla sia in disordine. Provoca nevrosi e continuo senso di insoddisfazione. E' una corsa che non ha traguardo.  

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