lunedì 14 settembre 2009

Vanità e affanni

Ieri ho visto 'Vanità e affanni', uno degli ultimi film di Ingmar Bergman, del 1997, pensato e girato sulla soglia degli ottant'anni. 'Una parabola sulla vita, la morte, la pazzia e l'arte' recita il sottotitolo.
Un film estremamente ermetico. E l'ho già notato più volte: i registi (gli scrittori...) più invecchiano più si complicano la vita, offrendo lavori complessi oltre ogni comprensione dei più. Perché mai? Paura di ripetersi? Voglia di originalità? Desiderio di strafare, di superarsi, di ricapitolare in un solo lavoro il materiale di una vita? Secondo me la vita, andando in là, dovrebbe regalarti semplicità. Via via si sfronda e resta poco, ma ciò che davvero regge tutta la casa.

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