domenica 30 maggio 2010

Ciao Amedeo

Dieci anni fa se ne andava, cioè moriva, il mio amico Amedeo Bianchi. Che non è il personaggio in foto, che è suo figlio Arnaldo, poeta, altro mio amico. Amedeo era un gentiluomo, scrittore, poeta (anche dialettale) che ho avuto il piacere di conoscere per troppo poco tempo. Lo voglio ricordare con una sua poesia, tratta dalla raccolta 'Il labile confine'. Amedeo riconosceva al figlio Arnaldo maggiori doti di poeta, mentre lui si considerava più un narratore. Ma anche come poeta non era affatto male. E lo si capisce leggendo IL CRUCCIO
Questo tuo strano cruccio/ch'io sento palpitare/come il trepido cuore/d'un passero irretito/nel cavo delle mani/vorrei poterlo sfare./E di parole fasciarlo/(tenere gemme d'olmo)/d'armonie inondarlo.

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