lunedì 10 dicembre 2012

Vicolo Canonichetta 16



Sedici

Accese il motore Giulio. Ora si sentiva pronto per Matilde ma il cellulare suonò, ed era Lucia. Fece finta di non sentire la melodia fastidiosa. Che cessò. Non per molto. Ecco di nuovo la protesta di chi attendeva il compiersi di una promessa.
Freccia a destra, accostò dalle parti della piscina comunale, in via Copelli, fece lampeggiare le quattro luci d'allarme, prima di risponderle pensò a cosa dirle. Era in panico.
"Ciao...ma dove sei?"
Guardò l’edificio davanti a lui: "Scusa...sono appena uscito dalla piscina..."
"Che fai?"
Che risponderle?
"Ci vediamo?"
Qualcosa doveva dirle...che l'appuntamento di domani saltava? Ma Lucia voleva incontrarlo subito, quel pomeriggio.
"Devo vedermi con Luca. Ti richiamo più tardi."
"Alle cinque?"
"Alle cinque. Ciao." Ma alle cinque sarebbe stato ancora con Matilde. Stava precipitando di nuovo.
Fece ripartire l’auto e si diresse verso casa.
***
Accese il motore Matilde. Senza fretta mosse l'auto dal parcheggio sotto casa. Era quieta, aveva del tempo davanti. Era convinta. Poi ebbe un tremito: era comunque un passo decisivo. Un'ora più tardi sarebbe stato tutto concluso.
Intanto pensava dove posteggiare. Il più vicino possibile allo studio del Caravati, in corso Matteotti, ma in centro città posteggi non se ne trovavano. Quello sotterraneo era troppo lontano dal corso.
Ferma al semaforo guardò nello specchietto, il suo viso e ciò che riusciva a distinguere del guidatore dell'auto che la seguiva.
Alla fine aveva deciso di non lasciare nulla per Giulio, nessun preavviso. Probabilmente sarebbe tornata a casa prima di lui, a cose fatte: poi sarebbe arrivata la lettera.
'Che deficiente...' e pensava al marito ma si distraeva con Franco, il bel collega, e si concentrava su come sarebbe dovuto andare il colloquio con l'avvocato.
Aveva voglia di camminare. Trovò un posteggio in via Cairoli, vicino alla scuola elementare di Biumo Inferiore, nota perché avevano insegnato, negli anni Cinquanta e Sessanta, i maestri Visconti e Carinella, la fama dei quali era parte della storia di Varese.
A piedi s’incamminò verso lo studio dell’avvocato. Continuò per via Cairoli, attraversò il passaggio pedonale in via Carcano, ancora via Cairoli. Guardò alla sua sinistra, la zona dell’area Cagna, finalmente restaurata dopo decenni di degrado. Girò a sinistra, prese contromano via Garibaldi. Giunse alla chiesetta della Madonnina in prato, chiamata così perché davvero, agli inizi del Novecento, il bianco della chiesa poteva meglio risaltare nel verde di un prato.   
***
Accese il motore Altin. Due, tre giri di chiavetta, poi la moto gorgogliò, brontolò, partì.
Ora stavano in silenzio. Prima Altin e Sofia avevano litigato. Ma prima ancora Altin ci aveva provato.
"Quando tornano i tuoi?" aveva chiesto a Sofia.
"Fra mezz'ora."
Ci aveva tentato lo stesso. Le aveva raccontato la storia di Luzine, aveva accontentato il suo desiderio di conoscerlo, ma  non era salito da lei per confessarsi. Lei, adesso, doveva accontentare lui.
Ci aveva provato e per un attimo le era parsa disponibile. Un attimo incredibile, un'illusione persa quasi subito.
"No, Altin..." e Sofia s'era scansata.
Aveva insistito Altin. Sofia le era parsa non turbata (se l'aspettava?) e insieme certa di quel rifiuto. Aveva sbagliato, forse, ma lei aveva incassato bene.
E invece no, perché Sofia aveva sofferto, protestato. Poi era partito il litigio, così violento da annullare la loro uscita, programmata per quel pomeriggio. 
Sofia, imprevedibile, s'era calmata. Non parlava ma aveva deciso di seguirlo, di sedersi ancora dietro a lui, sul sellino della sua moto sgangherata.
Lui stava zitto. Non era stato capace di chiederle scusa subito e adesso era più difficile, ora credeva d'aver ragione. Non era il loro primo incontro: poteva pretendere.
Lei s'aspettava le sue scuse. Attendeva in silenzio, singhiozzando ogni tanto, canticchiando sottovoce per quietare la rabbia. Canticchiando anche Bad Day: proprio una giornata no. E splendeva il sole.

                                                                                           16-continua

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