giovedì 22 aprile 2010

La penitenza di Mario

A caldo, dopo il gesto scriteriato di Mario Balotelli, oltraggio alla maglia dell'Inter, avrei fatto mia senza indugio la frase detta da un anziano tifoso nerazzurro: "A l'è 'n pirla!" E l'avrei messo fuori rosa a vita. Ma poiché tutti hanno il diritto di redimersi, anche dopo gesti assai gravi, allora diamo questa possibilità anche a Mario, ragazzotto viziato. Ad alcune condizioni. Contribuire in modo concreto, con gran sudore e possibilmente un gol, al passaggio del turno in Champions. Dopodiché, dare un apporto considerevole -a suon di gol (visto che è convinto di diventare il più forte del mondo!!!), con uscite per crampi e in piena dedizione alla squadra- alla vittoria nei tre tornei che vedono ancora in corsa l'Inter: Campionato+Coppa Italia+Champions. Messi in bacheca i tre trofei, Mario, giovane d'alta statura e di basso intelletto (sino a prova contraria, naturalmente) dovrà attendere ancora un poco, prima di lasciarsi andare a festini e vacanze ai Tropici. Dovrà percorrere in segno di pentimento il cammino di Santiago de Compostela (almeno 400 km) con saio, cenere in testa, cilicio ai fianchi e sandali francescani. Allora, e solo allora (ma aggiungo forse) avrà riacquistato la mia stima.

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