lunedì 21 luglio 2008

Il tempo di Azzalin


Se mi chiedessero di dire un paio di cose interessanti sul mio amico-poeta-scrittore Dino Azzalin (foto), citerei la sua poesia dal titolo 1973 (Se io fossi l'altro che non sono/quello che più desideri, allora/vedresti l'uomo che non hai mai amato.) E poi la sua risposta a chi gli chiedeva come faceva a fare tutte le cose che faceva: "Mi chiedo piuttosto tu come faccia a perdere tanto tempo." In effetti abbiamo tanto tempo davanti, abbastanza per poterne perdere anche un po'. Ma non troppo. Il tempo è strano, volubile. Anzitutto di mano in mano che invecchiamo le ore s'accorciano. Ed è naturale, perché per chi ha vissuto un giorno, un'ora è tanto, per chi ha vissuto cent'anni, un'ora e niente. Se rileggiamo il tempo passato, ci pare volato; se guardiamo al tempo che ci attende, ci pare lungo da portare a compimento. Se stiamo bene il tempo fugge, ma se stiamo male un'ora pesa come tutta la vita.

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