venerdì 21 dicembre 2012

Cicale al carbonio 5



                cinque

La camera era nella penombra. Marco s’alzò, aprì alla luce di un lampione altre righe della tapparella. Voleva vederla meglio.
Beatrice aveva preso sonno in pochi minuti. Lo capiva dal respiro. Un sonno leggero, premessa del sonno fondo.
S’era addormenta a pancia in giù, solo con la biancheria intima, a coprirla un lenzuolo di lino. Faceva caldo. 
Marco si mise sul fianco destro. Lentamente tolse il lenzuolo, lo fece scivolare a coprire solo i suoi piedi.
La desiderava. Sarebbe partito fra tre giorni, via dalla loro casa di Bardolino il tempo di un Giro d’Italia.
Pensò di svegliarla con tutta la delicatezza che credeva di possedere. Cominciò ad accarezzarla con tre dita, che scivolavano dai capelli al collo alla spalla alla schiena. Poi il ritorno, seguendo lo stesso percorso, di salite e discese e pianure. Come una tappa del Giro. Infilò le dita nei corti capelli biondi, li pettinò con lentezza.
Tratteneva il respiro, spiava il suo lieve ondeggiare.
Sganciò il fermaglio del reggiseno.
“Lascia”. S’era svegliata. Beatrice si spostò sul fianco sinistro. Ora la sua schiena era più in luce, tanti piccoli nei, peluria bionda e rada, quel reggiseno slacciato, incompiuto. Aveva piedi minuti: per vezzo si smaltava le unghie, usando un color rosa antico.
Si girò di nuovo, schiena al lenzuolo. Per un istante soltanto aprì gli occhi, li richiuse senza espressione e portò le sue braccia verso la testata del letto. La mano destra si nascose sotto la nuca, la sinistra rimase appesa al buio. Aveva belle dita, sottili, la fede e il piccolo brillante del fidanzamento, mani curate.
La poca luce sbiadiva i contorni. Le accarezzò la fronte, il naso affilato, le labbra, il mento.
Cercò ma lei, sveglia, spingeva la schiena contro il lenzuolo. Marco pensò di averne il diritto, si spazientì, perse tutto il piacere. Lo sopportava? Perché solo un po’ di stanchezza impediva che lei, facendo perno sui talloni, si sollevasse di poco verso il lampadario?
Non poteva pretendere nulla. Poteva se mai godersi quelle carezze e trattenerle sino al traguardo di Milano.
Ora s’era quietato e riprese a seguirne il profilo.
Beatrice mutò ancora il respiro. Ora era lungo e profondo. Inarcò la schiena, puntò i talloni sul fondo del letto.  
 
                                                       
                                                                                              5-continua














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