giovedì 8 marzo 2012

8 marzo


Ieri ho sentito su RDS (la radio che ascolto con più frequenza) una notizia che mi ha sorpreso moltissimo: nell'età compresa fra i 16 e i 34 anni, la causa di morte più frequente per una donna e a seguito di violenza subita dal coniuge, dal fidanzato, dall'amante, da un parente o comunque da un uomo. Sono allibito, anche perché non ho motivo di dubitare dell'attendibilità della fonte. Il pensiero di fare violenza a qualcuno, ma in modo particolare ad una donna, è così distante dal mio vissuto che non riesco ad immedesimarmi, a capire. Eppure devo stare molto attento a tirarmi fuori dal gruppo: le forme di violenza sono infinite, subdole, ci sono violenze ammantate di buone intenzioni e di sorrisi. Ci sono violenze che certamente non ammazzano ma 'feriscono'. E allora se le donne festeggiano il loro 8 marzo, noi uomini non mandiamo in pensione la pratica dell'esame di coscienza.

in foto: Giovanna Mezzogiorno, una fra le attrici da me più amate

1 commento:

irene ha detto...

I dati sono purtroppo giusti...e fino ad oggi nel 2012 sono già morte 37 donne, uccise "in famiglia".
Ieri sera sono andata a vedere al Teatro di Velate organizzato da Floreat (Luisa Oprandi) "Le figlie di Barbablu"...un monologo lacerante sulla violenza, sulle violenze sulle donne...ne sono uscita sconvolta, tanto da non riuscire a prendere sonno...stamattina sono emotivamente inversa, è da una vita che come una Pasionaria grido alla dignità e al rispetto...purtroppo il sottotitolo dell'opera di ieri era "Tracce di silenzio" però.....avrei da dire tantissimo a riguardo....perchè gli omicidi sono solo la punta dell'iceberg...