lunedì 2 maggio 2011

Lettera ai giovani

Cari giovani,
nei miei primi anni di insegnamento, ormai lontani nel tempo, restavo piuttosto stupefatto e avvilito: vi prendevo in prima media obbedienti ed entusiasti, e nel giro di tre anni vi ritrovavo in terza media spesso demotivati e sbuffanti. Ci rimanevo male e mi davo la colpa di tale calo nel rendimento e nella voglia di vivere. Con gli anni ho capito che le mie responsabilità erano parziali. Cambiate voi, indipendentemente dal prof. Diventate più esigenti e meno obbedienti. O più semplicemente la vita vi diventa più complicata e non avete più voglia di fare fatica. Tutto nella norma. E fate anche bene a protestare se qualcosa non va. Ma un prof deve farvi capire che la vita è novità e ripetitività, è gioia e noia. E' bello apprezzare una poesia, ma prima bisogna fare la fatica di impararla a memoria. Sbuffate pure, dunque, ma intanto lavorate.

in foto: un giovane in gamba (anzi, in gambe, perché le sue due sono molto veloci), Andrea Giardini, secondo negli 80 metri di velocità alle provinciali di Busto

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