sabato 4 dicembre 2010

Non ci sono alternative

Si dice: questione di carattere. C'è chi nasce ottimista e positivo (e vive bene) e chi pessimista (e vive male). No, non credo sia così. Anzitutto gli eventi della vita, le situazioni fanno pendere l'ago della bilancia da una parte o dell'altra. E' facile dire: "Su, coraggio" a chi è nei casini. Come è facile essere felici, quando le cose vanno bene. Però credo che ci si debba convincere di una cosa: tutti, nessuno escluso. Viste le prospettive esistenziali, dovremmo essere tutti disperati. C'è una sola via, non ce ne sono due. Non ci sono alternative. E la via è questa: vivere nell'assoluta dimenticanza dell'esito finale; vivere nella convinzione che solo un attivismo privo di noia potrà salvarci dalla malinconia; vivere nell'assoluto certezza che siamo se non i migliori, fra i migliori. Rocciosi in queste convinzioni come la pietra del Pedùm (vedi foto). In caso contrario, non ci resta che piangere.

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