domenica 22 agosto 2010

La scelta

Questo libro invita a molte riflessioni. Certo, non è un libro che va bene per chi intenda distrarsi, rilassarsi, non pensare, atteggiamento lecito, soprattutto in estate. Comunque, fra i vari pensieri, ha trovato conferma una mia idea: quando si vive nella normalità, senza picchi di disperazione come nel caso della storia di Caterina e dei suoi genitori, è possibile anche permettersi una fede che dubita, una fede traballante, sempre messa in discussione, precaria, approssimativa. Quando arriva il grande dolore, arriva anche il tempo della scelta radicale: o con me o contro di me. Non ci si può più permettere di filosofeggiare. O il dolore ci strappa, ci sradica e fa seccare la nostra misera fede, oppure il soffrire ci porta dentro una fede indubitabile. Per necessità. Lì, nel dolore, davvero abbiamo bisogno di una medicina potente, e la beviamo, senza discutere. Senza pensare alle controindicazioni.

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