martedì 30 marzo 2010

Una morte vitale

Mi sia concesso, in questa Settimana Santa, di soffermarmi un istante sulla morte. Ma in modo assai vitale. Io, che amo la vita, penso spesso alla morte, ma non la giudico una contraddizione. C'è chi afferma: "Amo la vita e vivo, la morte ad un certo punto verrà." Dimenticarsi della morte è intento di molti. Io preferisco seguire la via di San Francesco, che arriva a definire 'sorella' la morte, a familiarizzare con lei, forse perché atteso passaggio verso uan vita più conforme alle nostre esigenze. In questa prospettiva, pensavo che il detto 'si muore ogni giorno un po' di più' non è solo da intendersi come processo di invecchiamento, ma come quel nostro quotidiano adattarci all'idea della morte, quel nostro continuo lavorìo per anestetizzare, imbellettare, addolcire quell'epilogo. Tutti, più o meno consciamente, procedono in questo cammino, anche coloro che affermano da convinti di non pensarci mai. "E' una balla mostruosa" direbbe il buon Fantozzi.

Nessun commento: