lunedì 1 marzo 2010

Non è mai fiato sprecato

Per ottimizzare la vita, prego spesso quando faccio altre cose. Credo che la preghiera non sia mai fiato sprecato. Se Dio esiste, l'utilità di far ricorso a Lui è evidente. Se Dio non esiste, la preghiera che recito, che so, mentre lavo i piatti, mi alleggerisce la vita, me la rende più significativa, mi dà l'idea che posso essere utile, in quel momento, due volte: utile all'economia domestica e a quella spirituale. Non mi costa fatica, anzi, me ne toglie un po'. Sicché se sarà solo illusione non potrò recriminare per aver perso un sacco di tempo. Non vedo controindicazioni alla preghiera. Non si scarta nulla.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma come si prega? Elogiando il Signore, chiedendoGli delle cose o recitando a memoria le preghiere imparate a scuola? Confesso che non l'ho mai capito. Però, sinceramente, non ne ho mai capito nemmeno l'utilità. Se si tratta di elogiare Dio, non ne vedo il motivo: possibile che Egli sia lusingato dalle nostre adulazioni? Non credo proprio... Se si tratta, invece, di chiederGli delle cose, allora la preghiera è un atto egoistico, nonché una contraddizione nelle sue stesse intenzioni (quelle di elevarsi). Se, infine, si tratta di recitare a memoria preghiere preconfezionate, l'atto perde ogni pretesa di originalità e personalità, diventa un esercizio mnemonico prima che spirituale, e rischia di diventare vuoto e insulso... Lei come la vede? Grazie.

carlo ha detto...

Caro Anonimo, anzitutto grazie per aver scritto. Io la vedo così: la preghiera è un bisogno, non un'imposizione della coscienza. E' il bisogno di dire grazie, quando siamo felici e non è sufficiente ringraziare gli uomini; è il bisogno di chiedere aiuto, perché ne abbiamo davvero bisogno e gli uomini non ci bastano. Quanto poi al tipo di preghiera (orazioni tradizionali o dialogo spontaneo) non ha alcuna importanza. Si potrebbe anche fare silenzio, liberando quel bisogno di infito, di trascendente che ci fa sperare oltre ogni umana speranza. E chi non sente questo bisogno? Il bisogno nasce da una mancanza, ma in questo caso è il contrario: manca una D, ma l'io sta benissimo lo stesso.