sabato 15 novembre 2008

Opportunismo?

Ho sempre avuto un'indole portata ad appianare i contrasti, ad evitare le discussioni, a trovare punti d'incontro, a non eccedere nel litigio, ad unire piuttosto che a dividere. Indole che con l'età va accentuandosi, e con essa il desiderio di aumentare il numero degli amici. Un carattere quieto, come è quieta Brinzio che (vedi foto) sonnecchia nel freddo sole di novembre. Forse qualcuno mi giudica opportunista. Cerco il compromesso, sorvolo sui particolari per aumentare il benvolere della gente? Forse. Una cosa so: l'agire umano è complesso, non c'è solo il bianco e il nero, ci sono sfumature infinite e ogni azione, scelta, pensiero non sono facilmente catalogabili, soprattutto nella loro origine. Siamo una complessità che aspira alla semplicità. Certo non sono uno che vuole crearsi grane (soprattutto nei rapporti personali), né sono nato con un cuor di leone (come direbbe il Manzoni), ma sul fondo c'è anche una gran voglia di valorizzare al massimo il positivo, forse di illudersi che si possa vivere senza avere nemici, senza per forza doversi guardare alle spalle, nel trepidante sospetto di una pugnalata. Quando eravamo giovani, il nostro direttore spirituale ci invogliava alla correzione fraterna. Per me è sempre stato un peso. Preferisco un bell'abbraccio fraterno, dove ci sta dentro soprattutto il perdono che vorrei chiedere io, e che spesso non mi esce con le parole.

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