domenica 20 settembre 2009
Viagra
Antonella e Paolo
Le Agende
Dunque, si diceva (vedi sotto) che per me scrivere è un po' come respirare. Infatti oltre al diario, in vent'anni ho pubblicato una trentina di libri (dei quali non rimarrà traccia nella storia della letteratura, e che riesco a vendere solo regalandoli, il che è una contraddizione), e poi tengo dal 1979, cioè da 30 anni, le Agende, dove annoto con una costanza che quasi mi spaventa, i fatti della mia vita e di chi mi sta più vicino. E qui, davvero, non ho mancato un giorno. Ho iniziato il 1° gennaio 1979. Avevo smesso di fumare da un paio di giorni. Ero a militare a Malles Venosta. Così scrivevo su una piccola Agenda color marrone:
A piedi verso Resia (troppo vento e freddo). Telefonato alla Carla. A piedi a Tarces
In principio le Agende erano piccole e scrivevo poco poco, poi Agende più grosse e descrizioni più abbondanti: fatti e, ogni tanto, qualche nota, anche ironica.
Se voglio sapere cosa mi è successo, che so, il 5 maggio 1993 prendo l'Agenda e leggo: c'è anche il meteo. Direte che sono un po' maniaco. Non posso darvi torto.
Respirare
Da allora non ho più smesso. Su questo tipo di pagine annoto soprattutto considerazioni più che cronache di fatti. E' un diario di riflessioni. A volte non scrivo per giorni e mesi, soprattutto se la vita procede piatta, monotona, ripetitiva, insapore. Qui scrivo quando le cose vanno molto bene e, soprattutto, quando vanno male. E' una scrittura anche curativa. Naturalmente è un diario al quale ha accesso solo mia moglie. E che -come per tutti i Grandi- sarà poi pubblicato postumo: naturalmente il più tardi possibile!!!!!
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