Come fare a dire: sì, oggi non ho perso tempo? Se siamo stati in grado di alimentare una di queste tre urgenze esistenziali: voler bene agli altri, saper affrontare il dolore, ravvivare la speranza in una vita oltre la morte. Ogni cosa ha la sua importanza, ma queste tre sono le fondamenta (a mio giudizio, ovviamente). Non prenderle in considerazione significa sprecare un sacco di tempo.
in foto: la croce della Cima della Laurasca.
3 commenti:
concordo pienamente con il tuo punto di vista!
Ma perché coltivare la speranza in una vita oltre la morte? Io non ne sento il bisogno, francamente. Anzi, spero proprio che non ci sia affatto una sorta di "permanenza di coscienza" dopo la morte... Che orrore! E a che scopo, poi? Continuare a essere coscienti all'infinito? E coscienti di cosa, di essere morti? Oppure avere percezione di una sorta di seconda vita, però eterna? Ci sarebbe da spararsi (se fosse possibile) dopo i primi cento, duecento anni... Ciò che rende belle le cose è invece proprio il loro ciclo vitale, con un inizio, uno sviluppo e una fine. Senza la fine, nulla di quanto è stato avrebbe senso.
Io la vedo così.
Rivedrei per tanto i tre punti di impegno quotidiano così: 1) contrastare il più possibile il male e la dissoluzione delle cose e degli esseri che ci circondano grazie alla profusione del nostro amore e delle nostre cure 2) contrastare il dolore e cercare modi efficaci per alleviarlo o guarirlo. 3) porre le basi, seppur minime, per un domani migliore.
caro anonimo, grazie per il tuo contributo, il tuo pensiero, che è una ricchezza...la prospettiva, sempre più concreta, della morte mi terrorizza, per il soffrire che l'accompagna e per la morte in sè, come fine di tutto...siamo esseri viventi e 'viviamo' solo la vita, la morte non ci appartiene...è chiaro che immagino una vita eterna senza i limiti di questa, come sarà non si sa....immagino e spero...non mi va affatto di concludere definitivamente il mio ciclo vitale!
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