martedì 3 novembre 2009

Sulla poesia

La morte di Alda Merini ha propiziato in me riflessioni poetiche. Un mio amico poeta mi ha consigliato di darmi alla poesia ma ho declinato l'invito, perché poeta non sono. Eppure, più ancora che per la narrativa, nel mondo della poesia c'è posto per tutti. Ci sono applausi per tutti nelle pubbliche recite, ma quanti hanno capito? Meglio: quanti si sono davvero emozionati? Il poeta, solo per il fatto di immaginarsi tale, gode di ogni licenza (poetica). Spesso la gente invidia i poeti. Perché? Forse perché sanno vivere gli estremi della gioia e del dolore, e sanno trasmettere, bandendo la banalità, con parole nuove, ciò che noi percepiamo come un sussurro, come lo stupore e il terrore di un attimo. I poeti poeti. Perché, come ebbe a dire De André: "Tutti da giovani scrivono poesie. Poi continuano solo due categorie: i poeti e i cretini."
Comunque vi propongo questa poesia di Alda Merini. E' un abbraccio a lei e un omaggio alla (a mio giudizio) vera poesia.
L'umile giunchiglia
"Dimmi almeno/che oscura meraviglia/già ti prende di me/che trovi bella/questa scommessa/e umile giunchiglia/che già ti paragoni/a una stella/dimmi che me divina/e me presente/senti dentro/il tuo letto di piacere/dimmi che un bacio/fuga dolcemente/tutte le smanie/e tutte le chimere.

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