So che sono monotono, ripetitivo e so bene che ci sono battaglie ben più nobili, urgenti, che danno lustro a chi le combatte. Però rinnovo un appello già più volte lanciato da questo blog: salviamo ul nost dialèt. Parlo ovviamente ai cinquantasessantenni, che magari il dialetto non l'hanno mai parlato (come il sottoscritto) ma che lo hanno sentito dai genitori (e i trenta-quarantenni dai nonni). Salvarlo come? Scrivendo poesie, acquistando il libro 'I nost paroll' di Gorini-Maggiora, leggendo Speri della Chiesa Jemoli e altri autori a figli, nipoti, chiedendo di far parte della Compagnia Teatrale della Famiglia Bosina (nella quale militano i cari amici Lidia, Antonio nonché il mai dimenticato e simpatico Carlo Pilati, oltre al vate Natale Gorini)....Non so perché, ma le poesie mi vengono se le scrivo in dialetto. Il richiamo della giovinezza mi regala l'estro.
in foto: la coppia Natale Gorini-Lidia Munaretti alla recente Festa dei poeti, organizzata dalla Famiglia Bosina al MIV.
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