Si dice che con l'età il tempo duri di meno. Un giorno a dieci anni non è come un giorno a sessanta. Più che di velocità parlerei di pesantezza. Non nel senso che il tempo pesa perché si soffre. Sì, anche quello, è chiaro che con l'età aumenta lo spazio del soffrire, ma qui alludo ad un'altra cosa. Pesa perché ora, che il futuro si assottiglia, che lo spazio di programmazione si riduce, ci si ripete molto più spesso: "Sto utilizzando al meglio le mie ore? Non starò per caso sprecando le ultime occasioni?" Non sono discorsi da ottantenne. Se li fa un cinquantenne per me non sbaglia, dimostra saggezza. Anche perché simili rovelli non conducono al pessimismo, ma più spesso ad un attivismo, spazzolato da un minimo di discernimento sulle priorità di una vita che, come è noto, resta inaffidabile.
in foto: il lago Maggiore di Luino, grigio in una grigia mattina di novembre
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