Poi dicono che alla Rai non c'è mai niente di interessante. Ieri sera ho visto su RaiStoria il bel film
LA TREGUA, del 1997, tratto dall'omonimo romanzo di Primo Levi, scritto nel 1963. regia di Francesco Rosi, attore principale John Turturro. Un film che merita, una ragione in più per acquistare la tele (per i pochi che ancora non la possiedono). E per pagare il Canone, qualche briciola per la diminuzione del debito pubblico. Ma stiamo al film, che è la storia di Primo Levi, dal gennaio del 1945 (quando i tedeschi lasciarono incustoditi i campi di sterminio) all'ottobre del 1945, quando finalmente Primo arriva a Torino, dopo un viaggio incredibile. Il film è stata l'occasione per farmi ritrovare questo autore che ho amato, dopo la lettura di 'Se questo è un uomo'. Un uomo che mi ha sempre sorpreso, per aver scelto di suicidarsi nel 1987, quarant'anni dopo il suo ritorno in patria e il successo nella vita. Un uomo che ha sperimentato davvero cosa vuol dire morte imminente, che si è salvato grazie alle sue capacità e alla fortuna, e che infine decide di farla finita.
'Se esiste Auschwitz, non può esistere Dio' ha sempre affermato, ribadendo il suo ateismo. Pare che in una sua ultima lettera all'amico scrittore Ferdinando Camon, dopo prima di morire, Primo Levi abbia lasciato un minimo segno di speranza: 'Lo cerco, ma non trovo una soluzione al dilemma.'
Sant'Agostino scriveva: 'Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già incontrato.'
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