Caro Carlino, come sai ti leggo (spesso). E
stavolta non ho potuto distogliermi dall'attacco accattivante del tuo racconto
del mercoledì: era agosto, agosto millenovecentosessantanove...
Anch'io, come sai, mantengo ricordi molto nitidi di quegli anni '60. Sicché mi è stato facile riprenderne il filo. In quel mese di agosto avevo quasi vent'anni (li avrei compiuti da lì a poco più di un mese). Il giorno 12 - sono andato a vedere, era un martedì - nell'androne del Cairoli lessi accanto al mio nome la dicitura maturo, paroletta che avevo inseguito per un periodo anche più lungo del necessario. Era solo una conferma, perché la professoressa Vittoria Trotti Gnocchi, cara amica, me l'aveva preannunciata.
Dopo quattro giorni - sabato 16 - partii per un viaggio in Italia, alla moda dei "grandi" dell'Ottocento, insieme con tre amici - tra cui anche Fiorenzo Croci -, tutti a bordo di una Giulia Super, gran macchina. Andammo a Parma, poi facemmo il passo della Cisa, La Spezia, Pisa, i cipressetti di Bolgheri, Livorno, Roma, Napoli, Amalfi, Positano e Sorrento, infine Cefalù, Palermo, Catania e Taormina, dove ci fermammo più a lungo. Nel ritorno sostammo dai miei nonni in Umbria e visitammo bene Gubbio, Spoleto, Orvieto, Assisi e Perugia. E poi altra fermata da vitelloni d'antan a Rimini (dove io e Fiorenzo eravamo stati - da soli! - nel '68), prima di rivedere dopo quasi tre settimane la Città Giardino.
Nell'autunno del '69, perfezionata l'iscrizione a lettere alla Statale, cominciai a collaborare (e a lavorare...) in Prealpina, da dove non mi sono più mosso (tranne la parentesi altoatesina voluta dalla Repubblica), fino al 30 giugno di cinque anni fa.
Il '69 - almeno per me - non è l'anno migliore dei Sessanta. Come ricorderai, a dicembre registrammo lo strazio della bomba di piazza Fontana, e per noi - per il nostro Paese - si aprì un periodo tetro.
Il mio stato d'animo era stato ben più lieto - solo per fare un esempio - nel 1964, che tra l'altro fu l'anno in cui ripetei la quarta ginnasio... Un anno memorabile, ricordo a una a una tutte le canzoni...
Leggo che nel '69 ti accingevi a frequentare la terza media. A me ciò era accaduto nell'estate del '62, alla Dante. Anche lì, quanti ricordi: pensa che facevamo i turni, andavamo una settimana al mattino e una settimana al pomeriggio, perché eravamo in tanti - troppi - e due classi usavano la stessa aula. Nel mese di ottobre, appena cominciate le scuole, trascorremmo tutti una decina di giorni in ansia, appesi alla tv e alla
radio: c'era la crisi di Cuba, e qualcuno già parlava di terza guerra mondiale... Non accadde, per fortuna e per volontà di Dio.
Ma non voglio fartela lunga. Il tuo racconto ha solo dato un po' di fiato ai miei pensieri. Ed eccomi qui...
Ti abbraccio, come sempre, (giovane) fratello di ricordi...
Maniglio
Anch'io, come sai, mantengo ricordi molto nitidi di quegli anni '60. Sicché mi è stato facile riprenderne il filo. In quel mese di agosto avevo quasi vent'anni (li avrei compiuti da lì a poco più di un mese). Il giorno 12 - sono andato a vedere, era un martedì - nell'androne del Cairoli lessi accanto al mio nome la dicitura maturo, paroletta che avevo inseguito per un periodo anche più lungo del necessario. Era solo una conferma, perché la professoressa Vittoria Trotti Gnocchi, cara amica, me l'aveva preannunciata.
Dopo quattro giorni - sabato 16 - partii per un viaggio in Italia, alla moda dei "grandi" dell'Ottocento, insieme con tre amici - tra cui anche Fiorenzo Croci -, tutti a bordo di una Giulia Super, gran macchina. Andammo a Parma, poi facemmo il passo della Cisa, La Spezia, Pisa, i cipressetti di Bolgheri, Livorno, Roma, Napoli, Amalfi, Positano e Sorrento, infine Cefalù, Palermo, Catania e Taormina, dove ci fermammo più a lungo. Nel ritorno sostammo dai miei nonni in Umbria e visitammo bene Gubbio, Spoleto, Orvieto, Assisi e Perugia. E poi altra fermata da vitelloni d'antan a Rimini (dove io e Fiorenzo eravamo stati - da soli! - nel '68), prima di rivedere dopo quasi tre settimane la Città Giardino.
Nell'autunno del '69, perfezionata l'iscrizione a lettere alla Statale, cominciai a collaborare (e a lavorare...) in Prealpina, da dove non mi sono più mosso (tranne la parentesi altoatesina voluta dalla Repubblica), fino al 30 giugno di cinque anni fa.
Il '69 - almeno per me - non è l'anno migliore dei Sessanta. Come ricorderai, a dicembre registrammo lo strazio della bomba di piazza Fontana, e per noi - per il nostro Paese - si aprì un periodo tetro.
Il mio stato d'animo era stato ben più lieto - solo per fare un esempio - nel 1964, che tra l'altro fu l'anno in cui ripetei la quarta ginnasio... Un anno memorabile, ricordo a una a una tutte le canzoni...
Leggo che nel '69 ti accingevi a frequentare la terza media. A me ciò era accaduto nell'estate del '62, alla Dante. Anche lì, quanti ricordi: pensa che facevamo i turni, andavamo una settimana al mattino e una settimana al pomeriggio, perché eravamo in tanti - troppi - e due classi usavano la stessa aula. Nel mese di ottobre, appena cominciate le scuole, trascorremmo tutti una decina di giorni in ansia, appesi alla tv e alla
radio: c'era la crisi di Cuba, e qualcuno già parlava di terza guerra mondiale... Non accadde, per fortuna e per volontà di Dio.
Ma non voglio fartela lunga. Il tuo racconto ha solo dato un po' di fiato ai miei pensieri. Ed eccomi qui...
Ti abbraccio, come sempre, (giovane) fratello di ricordi...
Maniglio
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