venerdì 6 aprile 2012
L'Umberto
Dirò in sintesi il mio pensiero su Umberto Bossi (ieri dimissionario da segretario della Lega) e sulla Lega Nord, non foss'altro perché ho scritto nel 1994 un libro su Roberto Maroni e perché in quegli anni ho seguito da vicino questo fenomeno politico. Rispetto al mio libro, dirò che alcuni anni dopo l'uscita, un noto giornalista varesino disse che quel libro era stato 'un mio peccato di gioventù'. Oggi ribadisco che ho fatto bene a scriverlo, che non mi pento, che non è un libro leghista ('Maroni l'arciere') e che è la narrazione di un personaggio pubblico e di un movimento che stava, in quel 1994, salendo in fretta la via verso il potere. Sono contento che Bossi, dopo aver dato le dimissioni, abbia 'liberato' Maroni da ogni accusa di 'tradimento'. Rispetto a Bossi, credo di poter dire che dopo la malattia non è stato più lui, e qualcuno ne ha approfittato. Era meglio che si dimettesse allora? Non so. Certo è che non è mai 'umanamente corretto' (per chi conosce la natura umana) farsi paladini a spada tratta di ideali elevati, additare con disprezzo chi cade nell'errore, scagliare la prima pietra, insomma. Meglio difendere gli ideali con umiltà, consapevoli che tutti posso sbagliare. In ogni caso vedere chi gridava 'Roma ladrona' finire con sospetti di furto proprio alle casse dello Stato sa di contrappasso dantesco!
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