Insieme ad altre canzoni, ieri ho sentito molte volte Tears in heaven (lacrime in paradiso), una stupenda ballata che non conoscevo, scritta nel 1992 da Eric Clapton per fare memoria della tragica morte del figlio Connor (con lui nella foto), figlio suo e di Lory del Santo, morto tragicamente nel 1991 a soli 4 anni. Il testo e la musica sono struggenti a dir poco, due i concetti espressi: il bisogno di credere che Connor sia in paradiso, e il bisogno di continuare a vivere su questa terra (so che il mio posto non è in paradiso, ripete Clapton). Chi è genitore lo sa che ci sono solo due gioie al mondo: l'amore fra un uomo e una donna e l'amore per i propri figli. E proprio da questi due amori generano i dolori più atroci. Veder morire un figlio è quasi peggio che morire. No, è peggio. Clapton non canta più questa canzone da anni, da quando è riuscito a superare il trauma indicibile della morte di Connor. Io non so se ce l'avrei fatta.
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