mercoledì 21 dicembre 2011

La via di Vig e Tino


Non si capisce come mai abbiano voluto dedicare al Monte Tabor (montagna della Galilea dove, stando ai Vangeli, avvenne la Trasfigurazione di Gesù)la piccola via a fondo cieco che sale in zona Colle Campigli. Che si tratti di una collina è vero, ma...A parte ciò, è per me una via speciale perché vi abitavano due personaggi varesini, miei amici, che hanno contribuito a rendermi migliore. Il primo è Francesco Viganò detto Vig, mio collega giornalista al Luce, uomo dalla lunga barba bianca (quasi un profeta) e dal carattere esuberante: giovane dentro. Lo ricordo oggi perché per Natale si vestiva da Babbo Natale (non aveva bisogno della barba finta) e rendeva tutto più magico. Il secondo è Clemente Maggiora detto Tino, praticamente l'opposto del Vig: serio, carattere spigoloso, duro, grande amante di Varese, della sua storia ed in particolare del poeta Speri della Chiesa Jemoli, il mio poeta dialettale preferito. Vig e Tino: in un certo senso hanno contribuito a 'trasfigurarmi', rendendomi più luminoso!

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