Molto mi ha colpito la scelta di Lucio Magri, 79 anni, fra i fondatori de Il Manifesto nel 1969: togliersi la vita grazie alla cosiddetta morte assistita, praticabile nella vicina Svizzera. Ho profondo rispetto per la sua scelta, non oso dare giudizi, la vita sa essere così incredibilmente dura da poter desiderare di perderla definitivamente. Una depressione inguaribile lo ha indotto a non voler vivere più. Lucio Magri era un idealista, uno che lottava per i poveri, che voleva cambiare il mondo ma, come scrive Repubblica "il mondo gli ha offerto una insopportabile smentita della sua utopia." Sì, bisogna essere utopisti, impegnarsi per cambiare il mondo, non utilizzare la religione per adagiarsi, rimandando tutto ad un'altra Vita, ma è pur vero che la fede in Dio e nella Vita Eterna ci permette -dopo aver lottato- di resistere alla delusione, anche allo sconforto. Scriveva Paolo VI: "I più grandi valori umani, disgiunti da Cristo, possono diventare disvalori." C'è da riflettere.
Nessun commento:
Posta un commento