SE MI DICESSERO
Se mi dicessero, amore, che mi è rimasta un’ora
per fare la valigia, il testamento,
per chiedere perdono, protestare,
per far ciò che non feci, riparare,
mettere tante pezze al mio operare,
risalire la china o volar via,
recuperare tempo all’apatia,
pregare il Padre che mi volle allora,
che seppe sopportarmi e mi reclama,
sai che farei, mio amore?
Tenera amante della vita mia?
Direi: ‘Fammi sedere qui sulle ginocchia,
lascia che dorma il capo sul tuo seno
e ascolta, nel silenzio, i miei Ti amo.’
Soffierebbero fuori come il vento,
a rompicollo, come acqua di cascata,
a saltoni, come cervo innamorato.
Ascolta, amore mio, senza dir nulla.
A mitragliate ti regalo il verbo
che timido e distratto conservai
nel tabernacolo di latta del mio io.
Ascolta, amore mio, dolce dimora,
tocca a me, solo a me, tu non fiatare;
no, fiata a lungo, perché senta
che ancora tu vivrai, dopo quest’ora.
Nessun commento:
Posta un commento