Sull’esempio di Natale Gorini
Come d’abitudine ho incrociato in via Vico Natale Gorini, sommo vate del nostro dialetto, Re Bosino da molti anni, nonché mio amico e vicino di casa. E’ fra le poche persone con le quali scambio battute in vernacolo. ‘Ciao Natale’, alura’ gli ho detto ‘l’è prunta la puesia?’ E lui, di rimando: ‘Tell sètt che rivi sèmpar a l’ultim!’ Per poesia intendevo quella partecipante al Concorso Poeta Bosino 2011, che Natale ha vinto più e più volte. Il Gorini arriva sempre in ultimo a consegnare il plico, e per ultimo si intendono le ore 19 del 17 dicembre 2011: entro quella data bisognerà portare presso la Libreria Antiquaria Canesi di piazza Giovine Italia 3 le poesie in dialetto, massimo due. Anch’io le consegnerò allo scadere del tempo, come sempre, sperando nel colpo di creatività degli ultimi attimi. Due cose: invito i varesini amanti del dialetto a partecipare a questo ambito riconoscimento per poeti in dialetto. Parlo soprattutto ai miei coetanei, 50-60enni che forse non parlano il dialetto ma lo conoscono e possono metterlo in poesia. Seconda cosa: vi invito a visitare il sito della Famiglia Bosina (www.famigliabosina.it) per conoscere le precise modalità di partecipazione. Infine un ricordo personale, la grandissima emozione che provai nel gennaio del 1995, quando vinsi a sorpresa (e in giovane età) il Poeta Bosino 1994, ricevendo la statuetta d’argento del Pin Girometta dalle mani dell’allora sindaco Raimondo Fassa, del compianto Clemente Maggiora, del caro Sandro Branduardi (che qui saluto), dal regiù Augusto Caravati. Era la mia seconda partecipazione al premio, vinsi con la poesia ‘Rusàri d’un vècc’. Avevo 39 anni, qualcuno si stupì che un ‘giovane’ potesse esternare in rima simili vissuti.
La Provincia di Varese domenica 27 novembre 2011
*con il Pensieri & Parole di oggi, festeggio un anno esatto di collaborazione con il quotidiano 'La Provincia di Varese'.
Nessun commento:
Posta un commento